Riceviamo e pubblichiamo
Un assordante silenzio circonda il voto di ballottaggio di domenica prossima. I due candidati in lizza si esprimono con toni più soft e compassati delle scorse settimane e sembra quasi che temano di suscitare polemiche, di risvegliare curiosità, di aprire dibattiti che potrebbero rivelarsi controproducenti. Forse stanno preparando l’arma finale? Il classico “1 milione di nuovi posti di lavoro” o “troveremo la cura per il cancro” pronunciato all’ultimo minuto dell’ultimo giorno utile, così che nessuno possa ribattere “macchestaiadì…?”
Che sia cauto silenzio o mancanza di valide proposte, a noi cittadini corre l’obbligo di fare un’analisi lucida della situazione per poterci recare alle urne con serenità e, soprattutto, tornarne a testa alta, sapendo di aver seguito, se non proprio ideali e valori, almeno un sano e pragmatico principio di precauzione.
Precauzione, sissignori, perché quando non si hanno sufficienti elementi per escludere un rischio, il buon senso vuole che si eviti di correrlo. Utilizzando questo criterio, tra i due candidati in lizza (Pietro Mencarini lo conosciamo da quando porta i pantaloni corti…) Moscherini appare subito in svantaggio, lui che a Tarquinia arriva per cercare di diventarne sindaco dopo aver lasciato ricordi a “dir poco” controversi in quel di Civitavecchia.
Andando un po’ a spulciare su Internet, poi, qualsiasi internauta rimarrà stupefatto dalle centinaia di pagine che gli si apriranno davanti con le disavventure giudiziarie del Nostro. Del resto, il potente assist che nelle scorse settimane Vittorio Sgarbi ha voluto dare a Moscherini venendo a decantarne le doti e le peculiarità, è stato tutto imperniato sull’apprezzamento di bulli, tombaroli e bricconi di ogni specie, con la motivazione che scemo è chi si fa infinocchiare, non chi infinocchia!
Sabato scorso, al Meeting internazionale organizzato da Semi di Pace, il testimone di giustizia Tiberio Bentivoglio ricordava che nella sua Reggio Calabria il disoccupato che cerca lavoro bussando a certe porte riceverà qualcosa, ma in cambio di un eterno asservimento; e l’imprenditore, convinto di usare e poi accantonare certe amicizie pericolose, verrà poi usato, e non alle condizioni che porrà lui.
Piuttosto, pare che quel giorno, al Meeting che aveva per oggetto la legalità e a cui erano presenti don Ciotti fondatore di Libera e Salvatore Calleri presidente della Fondazione Caponnetto, mentre Mazzola e Mencarini risultavano presenti (e venivano fotografati a parlare tra di loro), mancasse Moscherini. Il quale, non c’è dubbio, ha tutto il diritto di andare dove vuole, il sabato pomeriggio, ma se desiderasse fugare certi dubbi nell’elettorato tarquiniese dovrebbe scegliere meglio i posti dove farsi o non farsi fotografare. Oppure, per ovviare a questa assenza e farcela considerare una semplice distrazione, potrebbe rispondere in modo tempestivo e ufficiale alle seguenti domande, che la Fondazione Caponnetto suggerisce di porre a tutti i candidati sindaci d’Italia: 1) la mafia e la criminalità organizzata nel suo comune esistono? 2) se sì, per lei come sono e come si manifestano? 3) come intende combatterle?
Cittadini Uniti per la Legalità Tarquinia