Poche parole frettolose, accorate e tristissime: ho appena appreso che Mario Santi – l’avvocato, ma per me solo Mario – non c’è più. Poche parole per confessare, sull’onda dell’emozione, che era lui l’amico antico e carissimo di cui parlavo nell’articolo “La Decima Croce”, riapparso su L’extra pochi giorni prima di Pasqua.
Un articolo dove, raccontando il percorso della nostra processione più amata, dicevo esattamente così: “In via XX settembre riabbraccio i miei amici più cari, quelli veri e profondi che mi furono spensierati complici nelle lievi cose giovanili e che ora mi sono fidati compagni in quelle più severe dell’età matura. Uno di questi (era Mario!) da sempre armato di una storica cinepresa, ogni anno documenta il nostro arrivo sul posto, sicché, nel suo prezioso e ormai più che trentennale archivio, tutti appariamo nelle varie fasi della vita, da quando eravamo giovani, belli, allegri ed arditi, fino ad ora che tanto giovani non siamo più – e nemmeno bellissimi – ma ancora arditi e spesso perfino anche allegri”.
Quest’anno, però, in questa gelidissima Pasqua un po’ strana, Mario in via XX settembre non c’era ad attenderci sorridente e quieto come sempre. In compenso, però, c’era suo nipote Giovanni, da lui personalmente (e ostinatamente!) incaricato di riprendere, con mezzi assai più moderni della sua cinepresa d’antan, il nostro arrivo festoso all’appuntamento.
Ora, ricordando con grande emozione il nostro malinconico “non incontro” pasquale, ho scritto tutto questo convinta che Mario sia andato “di là” portando con sé l’ordinato archivio dei suoi ricordi, in cui c’è la sua famiglia, che amava, ci sono tutti gli amici e, soprattutto, tutte le Processioni di Pasqua. E, con esse, tutta la Tarquinia più bella.
Carla, ti sono vicina.
Anna Alfieri