Riceviamo e pubblichiamo
Care istituzioni, vi scrivo affinché la nostra voce arrivi laddove si decide il futuro di un settore, quello agricolo spesso martoriato da una politica agricola, troppo lontana dalle esigenze vere ed attuali del settore.
Mi rivolgo a voi,da presidente di un sindacato, quello della Confederazione Italiana Agricoltori di Tarquinia, ma anche da Imprenditore Agricolo,che come tutti nel settore soffre un periodo di crisi che non é legato tanto al lungo periodo di crisi del paese,ma ad errori gravi quali una globalizzazione del mercato, che porta il nostro prodotto a non essere affatto concorrenziale con quello del resto del mondo, gravato dal costo di una manodopera ben più costosa.
Parliamo anche del caso locale di Tarquinia, il nostro prodotto deve farsi carico anche dei costi dell’IMU sui terreni agricoli, del consorzio di bonifica, che gravano sul prodotto finale, mettendoli fuori mercato, visto che i comuni limitrofi, Tuscania etc risultando aree svantaggiate non pagano affatto.
Le condizioni di una cattiva concorrenza, lo svantaggio economico che ne consegue, care istituzioni siete proprio voi a mantenerlo nonostante le ripetute richieste di correggerne gli errori.
Ecco che i costi di produzione diventano insostenibili, nonostante il valore aggiunto che il prodotto Italiano rappresenta in qualità e sicurezza alimentare, visto che sul mercato si trova a concorrere con i prodotti provenienti da tutto il mondo, senza i dovuti controlli e raffronti sui prezzi e sul controllo della qualità.
Le aziende Agricole, escluse quelle che si vedono nei vari programmi televisivi della domenica, versano in gravi condizioni economiche, molte sono al collasso finanziario, troppe aziende chiudono e troppi giovani si allontanano dal settore agricolo.
Sempre più spesso,la distanza tra chi amministra la cosa pubblica e chi lavora nel settore Agricolo è troppa e questo fa si che non arrivi il grido di allarme che a gran voce fanno sentire gli imprenditori che a fatica,cercano di tirare avanti con passione e dedizione per un lavoro,che dà occupazione, ed intorno al quale ruota un giro di affari che tutti fanno finta di non vedere, il settore agricolo sfama milioni di persone che spesso nemmeno sanno come è fatta una pianta di pomodoro.
Scrivo questa lettera,perche in questi giorni il maltempo ha dato un’altra mazzata al nostro settore nel territorio di Tarquinia e non solo,distruggendo culture orticole industriali e cerealicole,creando gravi danni, vanificando il lavoro di mesi di lavoro.
Per questo abbiamo inviato all’attenzione delle istituzioni preposte, la richiesta di dichiarazione di “stato di calamità naturale” in data 20 Giugno per i danni causati da vere e proprie bombe d’acqua cadute dal 14 al 19 Giugno 2014, di cui si allega copia.
Chiediamo inoltre l’istituzione di un tavolo tecnico che riesca a coinvolgere il livelli istituzionale degli assessorati Regionali, Provinciale e Comunale con gli imprenditori agricoli ed i sindacati di categoria delle sezioni comunali, perche più vicini ai problemi veri degli agricoltori per un attenta analisi dei problemi della categoria e per trovare soluzioni che consentano una ripartenza di un’economia fondamentale come quella agricola, come volano dell‘economia del comprensorio.
Ringraziando anticipatamente per la disponibilità, porgo
Cordiali saluti
Tarquinia 23 06 2014
Il Presidente Confederazione Italiana Agricoltori – Sez. di Tarquinia
Marco Tosoni