Riceviamo e pubblichiamo
Il sangue langue. In Italia sono 630 mila i pazienti che ogni giorno hanno bisogno di una trasfusione di sangue. Le associazioni volontarie, capillarmente presenti su tutto il territorio nazionale, svolgono un ruolo decisivo nella raccolta e gestione del sangue; senza il loro apporto probabilmente, verrebbe messa in seria difficoltà l’autosufficienza nazionale.
In un tale contesto emergenziale, acquista maggiore gravità la paralisi operativa alla quale è stata costretta l’Avis di Tarquinia, impossibilitata a proseguire l’attività di raccolta a causa della mancata assegnazione di locali idonei dal punto di vista igienico-sanitario. Nonostante le rassicurazioni fornite su una pronta risoluzione della questione, la Asl di Viterbo si è limitata a fornire all’Avis una autoemoteca, anch’essa giudicata non idonea a seguito di un sopralluogo effettuato dagli uffici competenti della Regione Lazio.
Dov’è, in tutto ciò, il sindaco di Tarquinia? In che modo questa amministrazione si è adoperata per evitare la sospensione, o per il ripristino di un servizio essenziale per la salute dei cittadini? È doveroso sottolineare come la donazione del sangue, oltre a far fronte ad una emergenza sanitaria, rappresenti anche un gesto di estrema civiltà e solidarietà del cittadino, un gesto che le istituzioni politiche hanno il dovere politico e morale di incentivare e proteggere. Riteniamo intollerabile che sia sempre il cittadino a dover fare le spese della incapacità politica di chi ci amministra. Per tali ragioni, depositeremo quanto prima una interrogazione scritta al Comune di Tarquinia al fine di chiarire la posizione del sindaco.
Movimento 5 Stelle di Tarquinia