Riceviamo da Arianna Centini (Movimento Civico per Tarquinia) e pubblichiamo
Nella giornata di giovedì 6 agosto 2020, è stato veramente importante ritrovarsi al parco delle Mura in modo spontaneo, con tante persone unite nel difendere i principi di Libertà e Civiltà.
L’atteggiamento tenuto da molti cittadini, che senza invito e senza appuntamento, hanno liberamente deciso di ritrovarsi in loco, è stata una chiara dimostrazione per “Spazzare via l’odio”, l’obbiettivo comune nel cercare e nel creare una società più inclusiva, dove nessun individuo venga discriminato.
Il D.D.L. del Senatore Zan è una legge che non imbavaglia, che non limita la libertà di espressione, ma che diversamente vuole insegnare ed educare i cittadini nel sapersi esprimere senza insultare e punire chi istiga all’odio.
Sfortunatamente, purtroppo, ancora viviamo in un Paese dove ragazzi e ragazze vengono cacciati di casa perché omosessuali, coppie omosessuali aggredite perché passeggiano per strada tenendosi per mano. Donne che vengono picchiate, maltrattate, stuprate e uccise soprattutto da uomini-mariti che dicevano di amarle. Viviamo ancora in un Paese dove il colore della pelle o il paese di origine può fare la differenza.
Non possiamo più tollerarlo è necessario un cambio di rotta soprattutto per le nostre coscienze e per i nostri figli, che si debbano sentir liberi di vivere la loro vita a modo loro.
Dobbiamo riuscire a sopraffare la paura delle destre che sta nel non poter più propagandare le loro idee fondate sul patriarcato e su un unico modello di famiglia, di affetti e di relazioni.
La proposta di legge Zan è un primo, moderato passo che interviene sul Codice Penale e sulla Legge Mancino in quanto venga riconosciuto come reato e punito ogni atto di chi induce o agisce in prima persona con atteggiamenti discriminatori e violenti per motivi di orientamento sessuale o identità di genere, aggiungendo questa voce mancante nell’elenco di già vigenti divieti di discriminazione , in modo da tutelare le libere soggettività che non si conformano alla norma eterosessuale imposta.
La “violenza” atta nel colpire chiunque si sottragga agli schemi infatti non è attuata solo da singoli individui, ma è fatta di esclusione sociale e di diffusa quanto insopportabile cultura dominante patriarcale nella quotidianità.
Per questi motivi, ieri pomeriggio, si si è cercato di dare la testimonianza per dimostrare ed accogliere le rivendicazioni di cambiamento e liberazione culturale dal pensiero unico patriarcale, perché la diversità non venga assolutamente considerata patologia. Una Società diversa e più giusta parte anche da qui! Dal parco delle Mura di Tarquinia!
Arianna Centini
per il Movimento Civico per Tarquinia