Riceviamo e pubblichiamo
CEME S.p.A., leader mondiale nel settore delle elettropompe a vibrazione ed elettrovalvole a solenoide, nel solco di una continua attenzione alla ricerca di soluzioni migliorative e di attenzione alle risorse umane, ha recentemente siglato un contratto di prossimità con le RSU aziendali e le OO.SS. territoriali, relativo al personale impiegato presso lo stabilimento di Tarquinia (VT), dove sono impiegati 160 dipendenti.
Tale accordo, che segue quanto già avviato presso la sede di Trivolzio (PV), pone le basi per importanti possibilità di sviluppo e crescita del Gruppo, prevedendo una serie di condizioni volte a ricercare maggiore efficienza offrendo significative possibilità per l’incremento dell’occupazione.
Nel contratto le parti hanno concordato soluzioni migliorative riguardanti aspetti retributivi, condizioni utili per affrontare situazioni di incremento produttivo e migliori soluzioni di flessibilità; sono state altresì previste deroghe di alcune norme introdotte recentemente dal c.d. Decreto Dignità, quali, ad esempio, deroghe alla previsione di causalità per contratti a termine e per l’utilizzo di lavoratori in somministrazione per periodi eccedenti il termine di 12 mesi, deroghe ai limiti quantitativi per il ricorso alle suddette tipologie contrattuali e ad altri istituti contrattuali quali la turnazione, il lavoro straordinario e la flessibilità nel ricorso al lavoro part-time.
Gli accordi siglati negli anni tra CEME e i lavoratori hanno dimostrato una grande efficacia e consentito all’azienda di continuare nella ricerca di personale qualificato per incrementare le proprie potenzialità e per mantenere la leadership in un settore fortemente competitivo e ad alta variabilità, con un positivo tasso di crescita dell’occupazione: nel corso dell’ultimo anno CEME Tarquinia ha infatti visto l’ingresso a tempo indeterminato di 31 lavoratori.
La firma dell’accordo tra CEME e i lavoratori è stata resa possibile grazie al fattivo supporto dell’avv. Nicola Bonante dello studio Gatti-Pavesi e Bianchi e del dr. Marco Bernini di Confindustria.