
Otto anni dopo, sempre con la voglia di raccontare storie e anima del territorio: è online da pochi giorni “Catene”, singolo del rapper tarquiniese Prisco che torna a produrre un pezzo dopo la lunga attesa iniziata con il suo primo album “Goodbye Alice”, datato dicembre 2016.
“In realtà ho sempre scritto, in questi anni, – racconta Alessandro Biagiola, rapper tarquiniese che ha scelto proprio uno dei re etruschi di Roma come nome d’arte – ma da qualche tempo sto lavorando a un progetto per mettere in musica una serie di storie e tornare, presto, con un album”.
“Catene”: rime tra leggenda e musica
Il primo tassello reso pubblico del nuovo album esce ora, non casualmente: “Catene” è, infatti, ampiamente ispirato a una storia/leggenda che a Tarquinia in tanti conoscono, e che Prisco ha rimodellato in rima e musica a modo suo, con le libertà dell’artista, immaginando storia, emozioni e sogni di Bartolomeo Canini, ritenuto da molti colui che ha scolpito la statua del Cristo Risorto, simbolo della Pasqua tarquiniese.
“Un’idea nata girando, qualche anno fa, per i Musei Vaticani: – racconta – scoprendo un arazzo che ricorda fortemente il Cristo tarquiniese, la curiosità mi ha portato a indagare e scoprire storie e miti legate a quella statua cui siamo tutti molto legati. Naturalmente, la veridicità storica la lascio agli studiosi: io dà lì sono partito per un testo che trasmetta emozioni e significati”.
Verso “Hinthial”: un album tra anima, Maremma e cantautorato
Alle rime di Prisco si sono aggiunti musica e arrangiamenti di Matteo Cambò, in una collaborazione che si estenderà a tutti i brani dell’album, per un testo in cui opera e creatore si mescolano, in cui la bellezza nasce dagli esclusi e in cui Prisco rivive le ispirazioni che gli arrivano dal cantautorato italiano, De Andrè su tutti.
“Quello è il terreno su cui nasce la mia cultura musicale – spiega Alessandro – e da cui nascono idee ed emozioni anche del nuovo album: sei tracce sono già pronte, appena chiudo le prossime tre o quattro torniamo a parlarne!”. Filo conduttore col passato è la vena da cantastorie di Prisco che in “Hinthial” – questo il titolo scelto, la traduzione etrusca di “Anima” – racconta appunto l’anima della sua terra, della Maremma, tramite storie e personaggi che pescano in epoche diverse, pur legati da tratti comuni. “In fondo mi sono un po’ “autoghettizzato” artisticamente in questa terra – confessa – che per anni ho voluto lasciare e della quale, una volta allontanatomi, ho subito sentito la mancanza”.
Tradizione, emozione e memoria nella Pasqua tarquiniese
In effetti il primo “assaggio” è su un testo che affonda radici profonde nella tradizione tarquiniese, che anche Alessandro ha vissuto in prima persona. “Per anni ho suonato nella banda – ricorda – e provato l’emozione della Domenica di Pasqua: di fatto della Processione non vedi nulla, ma quegli infiniti volti emozionati, sorridenti, magari con la lacrimuccia che ti sfilano accanto sono una sensazione fortissima. Forse anche da lì nasce l’emozione di questo testo”.
Emozione che Tarquinia si prepara a rivivere tra una settimana. “E naturalmente sarò lì, fuori San Giuseppe, per l’adrenalina della partenza. Poi di corsa in via Umberto I per ritornare in piazza in tempo per la benedizione: se gli amici mi danno corda, magari facciamo anche un salto per vederla rientrare!”
