Riceviamo e pubblichiamo
Il Centro di vinificazione di Tarquinia in loc. Tartaglia, strada prov.le Porto Clementino, è di proprietà ARSIAL ed è in concessione a Cantina Cerveteri. L’impianto, realizzato alla fine degli anni settanta, ha una capacità di lavorazione di 80.000 Hl di vino. Quello di Cerveteri, costruito dall’Ente Maremma e riscattato da Cantina Cerveteri, ha una capacità di 180.000 Hl.
Nell’estate del 2010 Cantina Cerveteri, in relazione al calo della produzione di uva (10.000 Ql Tarquinia e 40.000 Ql Cerveteri) decise di non mettere in funzione Tarquinia e dirottare tutte le uve a Cerveteri.
L’opposizione dei soci di Tarquinia (circa 60), del Comune, della Regione e dell’ARSIAL, fecero tornare sulla sua decisione Cerveteri e la vendemmia fu effettuata anche a Tarquinia. Alle richieste di garanzia per il futuro dei soci di Tarquinia, Cerveteri rispose che l’apertura del Centro era subordinato alla convenienza economica della cooperativa. I produttori di Tarquinia proposero allora di accollarsi i maggiori oneri della gestione del Centro, attraverso una divisione dei due impianti e associandosi successivamente in una cooperativa di secondo grado. Nonostante la petizione sottoscritta da 51 soci di Tarquinia, la richiesta rimase inascoltata.
Nel Maggio del 2011 la totalità dei soci di Tarquinia (ad eccezione di pochissimi di loro) si dimisero da Cantina Cerveteri e fondarono una nuova Cooperativa, Cantina Tarquinia, con 57 soci, che richiese immediatamente la concessione del Centro all’ARSIAL, in virtù del fatto che lo stesso era stato costruito espressamente per le necessità di questa zona. Di fronte all’opposizione di Cerveteri, che rifiutò qualsiasi trattativa, l’allora Assessore all’Agricoltura, Birindelli, costrinse Cerveteri ad effettuare la lavorazione per conto delle uve di Tarquinia, nel Centro in loc. Tartaglia, rinviando a dopo la vendemmia l’avvio di una seria trattativa.
Dopo mesi di infruttuosi incontri, nel Luglio 2012, l’Assessore minacciò Cerveteri di revoca della concessione, che non avvenne per l’intervento politico della governatrice Polverini. Si procedette allora ad una nuova vendemmia in conto lavorazione, con l’impegno di riunire un tavolo tecnico nel quale verificare le condizione di un passaggio del Centro da Cerveteri a Tarquinia. Il tavolo fu regolarmente insediato alla fine del 2012 e da quell’incontro emerse che Cantina Cerveteri non aveva corrisposto il canone concessorio sin dal 2000, accumulando un debito di circa 300.000 euro.
Le note vicende della Regione Lazio portarono allo scioglimento anticipato del Consiglio e conseguenti elezioni vinte dal centro sinistra. Cantina Tarquinia ha rinnovato la propria richiesta ai nuovi vertici dell’agricoltura regionale, ricevendo assicurazioni riguardo il proprio diritto ad ottenere il Centro. Tuttavia nulla avvenne prima della vendemmia 2013 che fu di nuovo effettuata in conto lavorazione con gravi conseguenze a danno di Cantina Tarquinia a causa delle condizioni capestro imposte da Cerveteri e del degrado del Centro, a cui non venivano più effettuate opere di manutenzione. Nel settembre 2013 ARSIAL, con lettera raccomandata, inviò alle due Cooperative un sollecito a concludere la trattativa entro il 30 novembre, minacciando un proprio intervento risolutivo. Le trattative furono anche in questo caso infruttuose, fino all’ultimo incontro avvenuto il 10 febbraio u.s. nella sede dell’ARSIAL alla presenza del Direttore Gabrielli.
Visto che alla vigilia di una nuova vendemmia (2014) nessuna azione è stata intrapresa da ARSIAL e considerato che nonostante Cantina Tarquinia abbia pagato in questi 3 anni circa 200.000 euro a Cerveteri per la lavorazione della uve senza che la stessa, neppure in questo periodo corrispondesse il canone dovuto ad ARSIAL, costatato che il Centro di vinificazione si trova in un degrado crescente, Cantina Tarquinia ha deciso di denunciare questi fatti alla Corte dei Conti al fine di accertare se sussistano responsabilità in merito al danno erariale provocato da questi comportamenti. Infine Cantina Tarquinia ha deciso con dispiacere di destinare le proprie uve al di fuori del territorio comunale, al fine di tutelare i propri soci. Ognuno può vedere, proprio alle spalle del Centro di Vinificazione di Tarquinia, il vergognoso spettacolo delle rovine del conservificio, chiuso pochi anni fa dalla Regione. È facile prevedere oggi la stessa fine per l’impianto di lavorazione delle uve.
Cantina Tarquinia