In molti, nelle pagine della cronaca locale ed anche sui sempre più frequentati social network e blog nel web, annunciano, passando dalla semplice ironia al sarcasmo più feroce, che “la campagna elettorale per le amministrative di Tarquinia è già cominciata”.
Hanno ragione.
Infatti, da svariato tempo, stiamo assistendo al più lungo e acre scontro propagandistico che Tarquinia abbia mai vissuto e registrato.
Quello che nessuno indica, spiega e, in buona sostanza, evita, è il “perché” questa incessante e controversa esibizione muscolare tra partiti – ma non solo tra partiti – abbia preso le mosse con moltissimo anticipo rispetto ai tempi canonici della propaganda elettorale.
C’è, senza dubbio, un “perché” ma, c’è anche, senza alcun altro dubbio, una data d’avvio delle correnti “ostilità”.
Le due certezze coincidono e si sovrappongono, esattamente, all’atto amministrativo fondante e finanziante l’azione di governo cittadino: l’autorizzazione, e la conseguente firma del sindaco Mazzola, con la quale il Consiglio comunale ha delegato il primo cittadino a sottoscrivere il famigerato “accordo” con l’Enel S.p.A.: il “salto di qualità” che l’amministrazione ha compiuto con questo atto ha, di fatto, strutturato un’opposizione trasversale ed extra-consiliare molto più motivata di quella, indulgente e volta alla blandizia, degli “oppositori” istituzionali.
È questo il passaggio che sancisce, in un clima di tensione che le stesse scelte della maggioranza hanno determinato, le origini “bellicose” di gruppi e movimenti agguerriti, per nulla silenziosi o proni, determinati a dare battaglia a tutto campo, anche sul piano politico.
L’amministrazione, d’altra parte, non è stata con le mani in mano: utilizzando il denaro dell’Enel ha avviato una lunga serie di interventi pubblici che la stessa amministrazione non esita – e non esiterà – ad esibire come i gioielli di famiglia.
Tuttavia, per la maggioranza, non sarà semplice né agevole recuperare quell’adunanza di supporti, spontanei e no, formatasi per il diffuso “antigiulivismo” d’epoca e che, ora, sta ingrossando le fila dell’ “antimazzolinismo”.
Anche per questo, il quadro delle alleanze che si costituiranno in occasione della scadenza del mandato che ha consegnato la Città all’attuale maggioranza non è, al momento, prevedibile a causa di bollori e sommovimenti interni ed esterni a quello che fu il consenso di cui godette l’odierna compagine di governo.
È chiarissimo, invece, che il perno centrale sui cui verteranno tutte le istanze, le accuse e le rivendicazioni, lo stesso su cui da tempo ruota tutta l’impalcatura propagandistica dell’amministrazione e quella della critica dei movimenti d’opinione cittadini, resterà sempre quello ancorato alle modalità con cui il Comune è pervenuto all’incasso del denaro Enel e all’uso che, alla fine del mandato, nel bene e nel male, ne avrà fatto.
Valutazioni, queste, che saranno oggetto di ulteriori dibattiti da qui sino al momento in cui, con le elezioni amministrative, previste per la tarda primavera del prossimo anno, l’operato della giunta Mazzola verrà giudicato, direttamente, dai tarquiniesi.