Riceviamo e pubblichiamo
L’amministrazione comunale, attraverso il proprio ufficio urbanistica, ha trasmesso alla Regione Lazio – ufficio valutazione impatto ambientale – le osservazioni al progetto presentato dalla società Biogya Srl per il recupero e la trasformazione di un immobile presente all’interno dell’area industriale di Montalto.
Si tratta, in particolare, dell’ex “Prosciuttificio Cee”, la cui struttura è stata acquisita, tramite pubblico incanto, dalla Società Isimo s.r.l.. All’epoca dell’aggiudicazione, l’amministrazione comunale di Montalto, in virtù del fatto che la stessa società aveva prospettato di destinare l’opificio a propria sede operativa e produttiva, e a seguito di richiesta del Notaio Fenoaltea, aveva formulato la propria certificazione circa la conformità dell’attività proposta con i requisiti previsti dalle norme del P.I.P. Loc. Due Pini. Successivamente, però, la stessa azienda, per il tramite di altra società ad essa collegata – Biogya Srl – ha presentato alla Regione Lazio, richiesta di verifica assoggettabilità alla procedura di valutazione di impatto ambientale per un “progetto di recupero di edificio industriale dismesso, per la realizzazione di un impianto di valorizzazione della frazione organica (FORSU) proveniente dalla raccolta differenziata con trattamento integrato anaerobico wet/aerobico, recupero energetico da biogas”.
Nel dettaglio detto impianto è progettato per ricevere rifiuti biodegradabili provenienti dalla frazione organica di rifiuto Solido Urbano e residui vegetali, con i quali alimentare un processo di produzione biogas (mediante fermentazione) e quindi produrre energia elettrica.
Dalle verifiche effettuate dall’ufficio urbanistica e ambientale del comune è però emerso che l’impianto può ricevere oltre 28mila tonnellate di materiale l’anno, di cui solo il 2% circa è prodotto in ambito comunale. Inoltre l’esame del progetto e degli elaborati relativi alla valutazione d’impatto ambientale non ha stimato in alcun modo gli effetti che l’intervento potrebbe avere sull’ambiente e, in particolare ha evidenziato una minima attenzione per il problema degli scarichi, per l’approvvigionamento idrico, per la destinazione del compost che la ditta proponente ha stimato in oltre 11mila tonnellate annue, non proponendo, ovviamente, nessuna puntuale valutazione dell’incremento del traffico pesante a causa dei quantitativi in entrata e in uscita.
«Le nostre osservazioni tecniche – afferma il sindaco Caci – sono state deliberate in giunta il 28 gennaio scorso ed inviate all’ufficio regionale competente, affinché la stessa Regione Lazio possa tenerne conto nella valutazione dell’istanza, come previsto dal Bur Lazio n° 103 del 17/12/2013.
Queste iniziative rappresentano il nostro modo di avere sotto controllo il territorio. Non siamo contrari a priori alle innovazioni e alle nuove tecnologie, ma vogliamo che esse siano rispettose dell’ambiente, a favore della cittadinanza, con la quale si ritiene debbano essere condivise preventivamente, e proporzionate alle esigenze del nostro territorio. Dopo il no al biogas dello scorso anno – conclude il primo cittadino – questa iniziativa che qualcuno, passando dalla Regione, vorrebbe intraprendere a Montalto, non ci sembra né chiara né tantomeno vantaggiosa per la nostra comunità: ecco perché faremo del tutto per tutelare i nostri cittadini».