Riceviamo e pubblichiamo
I numeri diramati sul servizio per la legna da ardere sono quelli ufficiali, redatti dagli uffici competenti. Grave leggere sui giornali che essi sarebbero falsi, una mancanza assoluta di rispetto ancora una volta verso i dipendenti. Passino le accuse populiste al sottoscritto e la bramosia di chi si ostina ad usare il giornali per dare un senso alla sua stagione politica, fatta di scarsi risultati, ma non si può scrivere sulla pelle della gente che lavora.
Ribadiamo, come per altro ammesso da chi critica, che la legna utilizzata dagli utenti al 31.12.2012 è pari a 1735 quintali, mentre lo scorso anno per il medesimo periodo erano stati 1571 quintali. Un dato oggettivo che lascia poco spazio alle polemiche. Ribadiamo che la legna disponibile, non per nostro merito, è di buona qualità, grazie alla sezione boschiva utilizzata, non ha pertanto senso parlare di mancata selezione. Ribadiamo e rivendichiamo la scelta di aver portato a 20 quintali per nucleo familiare il quantitativo massimo, visto che ci ha permesso di aumentare il quantitativo assegnato.
Quanto all’apertura del servizio al primo dicembre, quanto letto è esilarante. Termometro alla mano il mese di novembre in maniche di camicia sconsigliava ogni sforzo anche economico per garantire il servizio. Già perché il servizio in questione non rappresenta un utile per l’Ente. La legna è venduta agli utenti al costo di esbosco senza ricavi aggiuntivi per l’Università Agraria, come buona norma delle proprietà collettive.
Sulla capacità di leggere atti amministrativi, inutile che qualcuno si lodi, poi va a finire che a fare brutte figure, come questa volta è proprio lui, con il solito pressapochismo. Una polemica davvero inutile e di scarso interesse che grazie a qualche titolo scandalistico ha gettato fango su chi lavora: della serie a volte è meglio stare zitti, per questo evito i giornali e mi rimetto ai fatti e ai numeri che sono incontrovertibili.
Attilio Boni
Università Agraria di Tarquinia