Riceviamo e pubblichiamo
“Il consigliere Catini farebbe bene a chiarire meglio il suo pensiero. Stando a quanto dichiarato sembra un errore chiedere quanto dovuto a Monte Romano. La Cassazione è stata chiara c’è un danno e va solo quantificato. La richiesta fatta è figlia del lavoro di fior di professionisti. La politica in questi casi può poco e deve rispettare la legge, Catini non si impegni su ciò che non può mantenere – spiega l’assessore Alberto Blasi – Noi vogliamo e dobbiamo difendere gli interessi dell’Università Agraria di Tarquinia, questo è il nostro compito come amministratori.
Ribadiamo che siamo pronti ad un pubblico confronto. Dobbiamo toglierci però le casacche partitiche e badare agli interessi dei cittadini della nostra comunità. Non è una questione di maggioranza e minoranza, devono sedersi intorno al tavolo i due Enti che rappresentano due comunità e non partiti politici, altrimenti la domanda sorge spontanea, dove si collocherebbe Catini? Con Tarquinia o con i suoi amici di partito di Monte Romano?
Possiamo discutere di proposte quando queste arriveranno, sul campo oggi non ve ne sono. Monte Romano non ne ha fatte e non spetta a noi trovare la soluzione per loro. L’esempio con la datio in solutum improprio. Lì c’era un giudicato definitivo, un quantum determinato e l’Università Agraria ha fatto una proposta seria e circostanziata, qui Monte Romano scrive solo sui giornali. Il richiamo al regolamento attuativo del 1928 un monito e non un proclama: è bene che i cittadini di Monte Romano sappiano la verità.
C’è un contenzioso in corso, invitiamo il consigliere Catini a non lanciare parole in libertà. La polemica è stata voluta da Monte Romano, noi ci siamo limitati a difendere il buon nome e gli interessi di Tarquinia, ci aspettiamo da Catini la stessa sensibilità. Quanto al riferimento alla campagna elettorale rispondo con un proverbio: corpo male usato ciò che fa gli viene pensato”.