Riceviamo da Gianluca Grancini – Consigliere provinciale Fdi e pubblichiamo
Il settore dei balneari è stato uno dei più colpiti dalla crisi originata dalla diffusione della pandemia di Covid-19. Come il resto del comparto turistico, alla scorsa stagione estiva fortemente menomata dalle previsione dei DPCM che si sono succeduti nel corso dei mesi, si è sommata l’assoluta inadeguatezza delle misure a ristoro dei danni subiti messe in campo dal governo Conte.
Ora, all’approssimarsi della prossima estate, che per molti rischia di essere esiziale se non opportunamente supportata con misure straordinarie, occorre la capacità di intervenire con celerità e puntualità.
Per questo, ho presentato un ordine del giorno in Provincia per chiedere la convocazione di un Consiglio Provinciale Straordinario da dedicare a questo tema che coinvolge decine di operatori della nostra costa lasciati, ad oggi, in balia di se stessi.
Nello specifico, considerando che sono trascorsi ormai oltre 17 anni dall’ultimo ripascimento, ritengo che sia indispensabile che il Consiglio si pronunci, e la Giunta attui, un piano straordinario di intervento che si sostanzia in un intervento da concordare con la Regione Lazio che faccia, dapprima, il punto sullo stato dell’arte riguardo alla tenuta del nostro litorale sia per quanto riguarda i livelli di sicurezza degli arenili e dei territori retrostanti sia per quanto riguarda il contenimento dell’erosione costiera.
Quindi, che si proceda al finanziamento, sempre da parte della Regione, come peraltro già accaduto in altre zone del litorale tirrenico laziale, dell’acquisto di una draga che consenta di garantire il ripascimento ordinario degli oltre 30 km di costa all’interno del territorio provinciale attraverso un protocollo di gestione mista pubblico-privata che veda insieme i comuni del territorio e le imprese balneari.
Da ultimo, ritengo opportuno che si proceda alla sperimentazione delle barriere artificiali, già utilizzate con successo in altre zone del nostro paese e in particolare, ormai da anni, in alcune zone del Sud-est asiatico, che possono essere un presidio utile al ripopolamento ittico, al contenimento della pesca fuorilegge e alla maggiore sicurezza del patrimonio che rappresentano le nostre coste, sia dal punto di vista ambientale sia dal punto di vista economico.