Riceviamo e pubblichiamo
“Noto con grande stupore che Ranucci ha già terminato il suo esilio politico. D’altronde non era abituato a stare più di quindici giorni senza le luci della ribalta”. Non tarda ad arrivare la replica di Renato Bacciardi dopo l’attacco di Anselmo Ranucci.
“Nella vita è difficile saper perdere ed il Ppd, partito poco democratico, e Ranucci ne sono la dimostrazione- prosegue Bacciardi- Io non ho paura a dire ho perso e non ho mai cercato terzi su cui scaricare responsabilità. Ci ho sempre messo la faccia e continuerò a farlo. Ho giocato la mia partita con lealtà ma questo non è bastato ed ho profondo rispetto di tutti gli elettori. Altri invece sono scappati non ammettendo nel proprio vocabolario la parola sconfitta e stanno ancora cercando capri espiatori su cui gettare le colpe di una disfatta senza appello”.
Bacciardi tocca alcuni punti chiave. “Ranucci ha scelto storia come materia d’esame sulla quale essere valutato dagli elettori e su questo è stato bocciato. Ora prova ancora a dare sfoggio delle sue conoscenze addossando a me ed al mio gruppo la caduta dell’Università Agraria e la sconfitta alle comunali. Ma non la racconta giusta”. Bacciardi entra nello specifico. “Vorrei ricordare all’ex politico Ranucci che il Presidente Blasi si è dimesso non so quanto di sua spontanea volontà ed inoltre era nelle sue facoltà revocare le nomine degli assessori. Perchè invece non dice il motivo reale per il quale il suo delfino doveva fare per forza il presidente del consiglio? E’ voluto per forza rimanere un uomo solo al comando, pensando di vincere al primo turno ma alla fine si è ritrovato con un pugno di mosche in mano ed è fuggito a gambe levate dalla politica”.
Bacciardi chiosa ironicamente. “Probabilmente però ha fatto bene a scegliere come materia la storia perchè suo malgrado ci è entrato raggiungendo il peggior risultato della sinistra nella storia tarquiniese. Parla di coerenza. Ma non era lui quello che aveva pubblicamente dichiarato che se solo non avesse portato a compimento una delle quattro grandi opere annunciate, ovvero Piscina, Palazzo Bruschi, Teatro e parcheggio, non si sarebbe più candidato? Ora non mi stupirei di vederlo tra i banchi dell’opposizione dopo che ha sbandierato ai quattro venti la sua fine politica con il solo fine di fare un torto al primo dei non eletti”.