di Marco Vallesi
Lunedì 17 ottobre, nella bella e soleggiata mattinata tarquiniese si sono dati adunanza presso il palazzo comunale diversi gruppi di persone.
Uno, quello che si è trascinato dietro tutti gli altri, si è radunato e barricato nella sala del Consiglio comunale ed era composto da un ordine multicolore di politici e amministratori vari, tutti a festeggiare, solennemente e con gran tripudio, la giornata inaugurale dei lavori per l’autostrada tirrenica.
Gli altri sotto, in strada, a fronteggiarsi senza particolare animosità: le forze dell’ordine disposte in vari assetti e i manifestanti contrari alla realizzazione dell’autostrada limitati entro un blando recinto. Il rapporto numerico tra questi due schieramenti vedeva vincitrici le F.d.O. per 6 a 1, almeno.
Questo, sinteticamente, il quadro che appariva agli occhi di qualche distratto e disinteressato passante.
Ma, al di là degli aspetti coreografici, quello che preme rimarcare della giornata, è l’assoluta gioia con la quale uomini e donne di “sinistra” e di “destra”, uniti nel cantare le lodi del celebrato nastro d’asfalto con discorsi altisonanti, hanno finalmente condiviso – anzi, diremmo che si sono quasi accapigliati per il primato – le responsabilità politiche dell’opera.
Come dire che tutta la bagarre dei giorni scorsi, tra smentite, conferme e scaricabarile a go-go siano state tutto uno scherzo, un pourparler senza pretese o una schermaglia dai toni un po’ sempliciotti.
E certo, agli occhi dei lettori della cronaca politica, una gran bella figura non l’ha fatta il PD di Tarquinia che, nel comunicato stampa diramato pochi giorni fa , stigmatizzava il comportamento di chi protesta con parole di questo genere: “Chiaro l’intento di screditare il centro sinistra e nascondere i veri colpevoli. Il Pdl gioca alle tre carte. L’autostrada è un’opera strategica voluta dal governo Berlusconi e in particolare dal ministro Altero Matteoli.”
Salvo poi non “silenziare” il commento del consigliere regionale Giuseppe Parroncini, il quale, lindo e beato, tra altre cosucce, in una nota pubblicata lo stesso giorno dell’adunanza festaiola, dichiara: “Con il via ai lavori del lotto Tarquinia-Civitavecchia del corridoio tirrenico, finalmente si concretizza il lavoro decisivo svolto dalla precedente giunta regionale (giunta Marrazzo n.d.r.) insieme alla Provincia e ai sindaci di Tarquinia e Montalto di Castro.“.
Delle due l’una: o nel PD tarquiniese non si sa cos’abbiano combinato da qualche anno a questa parte i loro rappresentanti regionali e i sindaci piddini dei due comuni sopra citati o il consigliere Parroncini racconta qualcosa che non corrisponde alle accuse di “colpevolezza” lanciate dalla sezione di piazza Duomo. Forse si chiariranno in seguito, passata la festa.
Per altri motivi, ma sempre nell’ambito del “colore” della “colpa”, non può essere dimenticato il ruolo determinante e strategico di un altro illustre attore della vicenda, Antonio Bargone, attuale presidente della SAT, noto per i suoi pluriennali trascorsi politici a fianco di Massimo D’Alema e Romano Prodi come ricorda questo recente articolo de “Il fatto quotidiano”. Le riflessioni in merito ai lettori.
Ma non finisce qui.
Sul fronte che dovrebbe essere quello opposto (PdL) ma, che, poi, tanto opposto non sembra, arrivano subito le parole del presidente della Provincia di Viterbo, Marcello Meroi: “Voglio poi rivolgere un ringraziamento al ministro dei Trasporti e Infrastrutture, Altero Matteoli che ha dimostrato ancora una volta di non fare propaganda, ma fatti concreti.”
Ci mancano ancora i pensieri della sempre presente senatrice Laura Allegrini e il dolce eloquio della presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, assente dalla festa per motivi a noi ignoti.
A fronte del silenzio (temporaneo?) delle due gentili signore sopra, ciò che in questi giorni non è mai mancata su ogni foglio, cartaceo o digitale che sia, è la pugnace contrarietà verbale al progetto autostradale che la “strana coppia”, costituita dai consiglieri Olmi e Maneschi – entrambi in quota PdL – non ha mai lesinato né nascosto all’opinione pubblica.
Ora, evitando scorribande satiriche e reprimendo moti spontanei d’ilarità, viene da chiederci: alle eventuali, prossime elezioni politiche, i due inseparabili consiglieri continueranno a sostenere con la stessa indomita e coraggiosa verve la tanto compiaciuta, volenterosa e titolata compagine pidiellina pro-autostrada, ministro Altero Matteoli compreso?
Come per altre vicende vissute nel recente passato, la matassa delle contraddizioni tutto avvolge e ingarbuglia ma chi s’informa può distinguere, ovviamente, se ne ha voglia.