Riceviamo e pubblichiamo
Abbiamo appreso di recente che il Consiglio Comunale di Tarquinia, convocato in forma straordinaria ed urgente, con la delibera n.29 del 19/07/2013 ha apportato una sostanziale variante al P.R.G. della città, inerente lo sviluppo degli insediamenti produttivi di carattere commerciale in località Pian d’Organo – Pian dei Cipressi, per intenderci all’interno della zona industriale sita a ridosso del territorio comunale di Civitavecchia. Nella sostanza il Comune di Tarquinia intende consentire la realizzazione di insediamenti commerciali per una superficie pari al 20% dell’area industriale esistente di ettari 400circa. Ciò significa una nuova superficie commerciale di ben 80 ettari ad una distanza di circa 15 Km. dal centro abitato di Tarquinia e di soli 5 Km. dalla città di Civitavecchia.
Il sindaco non ha mancato di sottolineare l’importanza di questa iniziativa per il territorio tarquiniese, laddove l’affiancamento di una nuova area commerciale a quella quasi satura già esistente, potrà essere, a suo parere, determinante per alimentare una sana concorrenza, utile al mercato. Mazzola ha concluso l’intervento in Consiglio Comunale dichiarandosi orgoglioso di aver partecipato al riguardo ad un tavolo di concertazione a Palazzo Chigi, ove si discuteva lo sviluppo del territorio adiacente il vicino ed importante insediamento portuale di Civitavecchia. Tra le motivazioni tecniche del provvedimento l’Amministrazione afferma che è necessario promuovere ed agevolare tutte le iniziative utili a mitigare l’attuale momento di crisi economica, di cui soffre anche Tarquinia, e che per dare soluzioni non si possono attendere i lunghi tempi tecnici legati all’approvazione del nuovo strumento urbanistico in corso di redazione.
Per questo il Comune ha inteso far propri i principi sanciti al comma 2 dell’art. 31 del D.L. 201/2011 ( manovra Monti) in tema di liberalizzazioni commerciali, ove è previsto come principio generale la libertà di apertura di nuovi esercizi sul territorio senza contingenti, limiti territoriali o altri vincoli di qualsiasi natura, eccetto la tutela del diritto della salute, dei lavoratori, dell’ambiente e dei beni culturali.
Fatta questa necessaria premessa la Confcommercio provinciale di Viterbo, nell’interesse dei propri associati e di tutti gli operatori economici operanti sul territorio del Comune di Tarquinia ritiene indispensabile svolgere qualche riflessione al riguardo. Da un punto di vista strettamente procedurale il Comune ha dimenticato di invitarci ad un tavolo di discussione sul tema in questione, ciò anche sulla base di quanto previsto dall’art. 33 della Legge Regionale n.38/99, laddove è previsto che il Comune adotta il P.U.C.G. e successive modifiche dopo aver effettuato consultazioni, tra le altre, anche con le organizzazioni sociali e sindacali interessate.
Nel merito invece le premesse e le conclusioni della delibera in questione lasciano esterrefatti per le ricette di politica economica locale formulate. A nessuno in Italia sono sfuggiti i risultati economici conseguiti grazie alle liberalizzazioni commerciali poste in essere dal governo Monti. Se l’intento dichiarato era quello di spronare i consumi in virtù di una maggiore concorrenza tra gli esercizi commerciali, a distanza di quasi due anni tutti conosciamo lo stato in cui versano le imprese e fin dove è precipitato il livello dei consumi delle famiglie. Ebbene il Comune di Tarquinia ora intende risolvere i problemi del suo territorio riproponendo in misura amplificata la medesima ricetta di rigore del compianto governo Monti, affermando quindi che maggiori insediamenti commerciali siano da stimolo all’economia dei consumi.
Forse si trascura di considerare che la popolazione di Tarquinia non ha più soldi da spendere e che le nuove aree commerciali non vedranno né investimenti di imprenditori locali stremati dalla crisi, né maggiori consumi da parte dei cittadini costretti a stringere la cinghia per arrivare a fine mese. Va inoltre chiarito che l’attuale area commerciale, forse qualche anno fa prossima alla saturazione, ora vanta tanti spazi inutilizzati su cui campeggiano le scritte vendesi ed affittasi. Su questi temi l’amministrazione, dopo aver calcato le prestigiose sale di Palazzo Chigi, ben avrebbe fatto a confrontarsi con il territorio e con le imprese.
Ciò sarebbe stato sufficiente per avere l’esatto polso della situazione e capire che oggi la popolazione di Tarquinia non ha urgente bisogno di altri 80 ettari di insediamenti commerciali ma di ben altro! In conclusione non si può non osservare, anche alla luce della piccata reazione del sindaco di Civitavecchia Tidei alla delibera del 19 luglio, che il vero interesse potrebbe celarsi altrove come ad esempio nel trasferimento della zona Franca del porto di Civitavecchia in territorio tarquiniese.
Se quanto asserito dal sindaco Tidei, e per quanto a noi noto non smentito dal sindaco Mazzola, avesse fondamento c’è da chiedersi perché prendere a pretesto il benessere del commercio, con misure destinate ad affossarlo definitivamente. Alla luce di quanto rappresentato non sono da escludere prossime iniziative delle associazioni di categoria sul territorio, utili ad evidenziare e tutelare i reali interessi delle imprese tarquiniesi.
Associazione del Commercio Turismo Servizi e P.M.I. della Provincia di Viterbo