La Galleria Miralli, operante da molti anni in Viterbo, da sempre segue con apprezzabile attenzione lo svolgersi dell’arte italiana contemporanea nelle sue espressioni più significative di proiezione verso la ricerca e gli aspetti strutturali e linguistici del fenomeno artistico. Le due sedi di via San Lorenzo e di via Chigi, nel corso degli anni, hanno ospitato molti di quegli operatori che hanno contribuito ad elevare il livello dell’arte italiana consentendone l’immissione nel circuito internazionale. È da rilevare l’attività di promozione anche per giovani operatori alcuni dei quali, poi, hanno conseguito notevoli riconoscimenti del loro valore artistico.
La lista delle presenze, fin dai primi anni di attività risalente ai primi anni settanta del secolo scorso nella originaria sede sita in Bagnaia, è lunga e vi troviamo i nomi di Enrico Castellani, Piero Dorazio, Carlo Lorenzetti, Teodosio Magnoni, Paul Klerr, Gianfranco Notargiacomo, Carmen Gloria Morales, Julio Velasco, Tommaso Cascella , Mimmo Rotella, il tuscanese Gianni Asdrubali, Fausto Melotti, Umberto Mastroianni, Sandro Chia, Luca Maria Patella, Emilio Greco, Carlo Levi, Giancarlo Sciannella, Enrico Bay, Renzogallo, Giulio Turcato, Mario Schifano, Aligi Sassu, Simona Weller e tanti altri. Impegno costante è stato la valorizzazione del giovane viterbese Carlo Vincenti, tragicamente scomparso, la cui produzione ,seppure racchiusa nell’arco di pochi anni, è una fonte quasi inesauribile di sorprendenti proposte . Si sottolinea , nell’ambito del progetto valorizzativo dei giovani, l’esposizione dal titolo “Spazi presi” dedicata, nel maggio 2008, al tarquiniese Luigi Belli.
Il 24 marzo scorso è stata allestita una mostra di opere recenti di Giulia Napoleone, la prestigiosa protagonista dell’arte astratta italiana. Docente negli Istituti d’arte e nell’Accademia di Belle Arti di Roma, per diversi anni ha tenuto corsi alla Calcografia Nazionale. Accademica di San Luca, per circa sette anni, ha insegnato presso l’Università PUSA di Aleppo in Siria. Attualmente vive a Carbognano operando in un luminoso studio che guarda verso le verdi valli della Tuscia.
La serie di opere raccolte sotto il titolo di Misura della memoria sono giocate sulla monocromia di un denso azzurro ben analizzate da Agnese Miralli che ne individua il lirismo di fondo e l’emotivo ascetismo che si fondono in strutture analitiche che rimandano alla razionale progettualità geometrica. Sottolinea la presentatrice, a proposito della struttura delle opere, come “lo spazio cadenzato in una forma di meditata calma, si arricchisce internamente di movimenti dinamici. La monocromia, la perfetta ritmica ripetizione e l’apparente stasi evocano un ordine innato delle cose e dell’universo, qui distratto soltanto dai sottili riverberi di luce che sumano gli spazi nascosti della memoria come in una magnetica ipnosi”.