Arsenico, Marzoli (Sib): “Mazzola si sveglia solo ora?”

Riceviamo e pubblichiamo

Il Sindaco di Tarquinia si è svegliato! Finalmente l’Arsenico diventa un problema reale, eppure quali fossero i limiti consentiti dalla legge era una cosa nota da anni. il limite imposto dalla DL n.31 del2 Febbraio 2001, nel quale si disciplinava la qualità delle acque destinate al consumo umano al fine di proteggere la salute dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque, garantendone la salubrità e la pulizia, fissava il limite dell’Arsenico in 10 mcg/l.

La battaglia sull’arsenico è iniziata 12 anni fa, quando l’Unione europea lanciò l’ultimatum:  o i Comuni in cui l’acqua ha valori di arsenico sopra i 10 microgrammi per litro mettevano i filtri, oppure si dovevano rassegnare a chiudere i rubinetti.

Un po’ di storia per capire da quando dovevamo stare nei limiti di legge: il2 febbraio 2010l’Italia aveva presentato alla Commissione Europea la richiesta di terza deroga, (compreso il Lazio), per il parametro Arsenico (per portare il limite dai 10 μg/l previsti a valori di 20, 30, 40 e 50 μg/l).

Con decisione del28 ottobre 2010la Commissione Europea ha concesso alcune delle deroghe richieste e ne ha respinte altre. Il recepimento della decisione europea da parte dell’Italia,  avvenuto con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale il17 gennaio 2011, ha reso effettiva e operativa nel territorio nazionale la delibera di  Bruxelles.

In particolare, la Commissione ha bocciato le deroghe sopra i 20 μg/litro, ha disposto il limite alla deroga al31 Dicembre 2012, ecco perché oggi i comuni corrono tanto!

Ma i comuni potevano adeguarsi, alcuni lo hanno fatto, altri hanno preferito andare in deroga! Quasi un decennio per ottenere proroghe e deroghe effettivamente arrivate, scadute però il  31 dicembre 2012.

Inoltre gli investimenti previsti per l’adeguamento da parte della Regione Lazio hanno fatto emergere imperdonabili sottovalutazioni, inqualificabili omissioni, un po’ “all’italiana”.

Oggi i comuni fuori parametro corrono ai ripari perché non hanno ottenuto una nuova deroga!

In tutti questi anni sono state tanti gli utenti,  le associazioni che chiedevano provvedimenti, tanti gli appelli dei medici ISDE, soprattutto della provincia di Viterbo che da sola contava e conta 35 comuni in emergenza Arsenico, che arrivano a 50 se si somma il problema dei floruri e di altri elementi.

Dunque Tarquinia è fuori dai parametri, e che si fa? Si scrive una un bel comunicato che dice, “Notevole impegno dell’Amministrazione per affrontare il problema dell’arsenico. Per garantire acqua potabile gratuita”

Ma si rende conto il Sindaco di Tarquinia quanto ci ha dormito su questo problema? Quanti soldi buttati per opere inutili e mai un impegno su un problema cosi importante!

Si rende conto che noi l’acqua potabile la paghiamo già da anni, addirittura anche se non lo era, per grazie ricevuta ora ce la portano gratuitamente?

Aspettiamo intanto che il TAR Lazio si esprima a giorni sul ricorso del SIB di Tarquinia, contro il Comune di Tarquinia sul tema dell’Arsenico, prendendo per buona l’ammissione di colpevolezza nell’aver inoltrato al tribunale suddetto l’impegno dell’Ufficio Tecnico del comune per sistemare ed aumentare la quota di acqua del pozzo Torraccio a Tarquinia Lido, in modo tale da miscelarla per abbassare il parametro dell’Arsenico!

Doveva pensarci il tribunale dunque a suggerire una soluzione, solo per Tarquinia Lido, visto che il SIB difende gli stabilimenti Balneari nel ricorso.

In tutto questo speriamo soltanto che il TAR Lazio, dopo aver accolto il nostro ricorso sull’Arsenico contro il comune di Tarquinia, scriva una sentenza a favore dei cittadini, imponendo immediatamente l’adeguamento ai limiti di legge e l’utilizzo di un dearsenificatore centralizzato per servire l’acquedotto generale, senza imporlo solo alle aziende alimentari, bar, ristoranti, alberghi, agriturismi, B&B etc, con oneri aggiunti e ingiusti.

Presidente S.I.B Tarquinia  Marzia Marzoli