Riceviamo e pubblichiamo
Gli aumenti delle corrisposte, un atto dovuto. Necessario per far fronte al pagamento dell’IMU. Dai 170.000 Euro di ICI dovuti, siamo passati ad oltre 400.000 Euro di IMU da versare. Ai concessionari ripartita la parte sui terreni condotti, ai sensi della circolare n.3/DF del Ministero delle Finanze.
Quanto aumentato sarà infatti girato integralmente al Comune di Tarquinia e al Governo, non un centesimo rimarrà all’Università Agraria. In caso di abbattimento dell’aliquota al disotto del 7,6 per mille sarà ridotta la seconda rata della corrisposta, come già spiegato in Consiglio.
Aumenti significativi e obbligati, che portano le quote a prezzi vicini a quelli di mercato. È da gennaio che predichiamo da soli nel deserto alla ricerca di forme di esenzione, nessuna risposta dal governo e scarso interesse dalla categoria, nell’inerzia più totale della politica. Degli aumenti è stato informato anche il gruppo PDL stesso nella riunione del 7 febbraio, ed erano previsti nel bilancio di previsione, incomprensibile il loro stupore.
Palese l’ingiustizia, nella Provincia di Viterbo vessati dall’IMU solo Tarquinia e Montalto. La pressione fiscale sull’Università Agraria si attesta attorno al 60%. Nel bilancio ridotti a zero moltissimi capitoli, nonostante gli aumenti della corrisposta. Ora diventa problematica anche la manutenzione ordinaria del patrimonio, chi specula su questo non fa bella figura.
L’IMU pagata dai concessionari in corrisposta riguarda la sola parte di terre divise in quote. Il resto sarà a carico del bilancio dell’Ente con l’assurdo giuridico dei boschi, dove l’Università Agraria pagherà di IMU più di quanto incasserà dalla vendita delle sezioni boschive che vanno al taglio, questa è la conseguenza di chi fa le leggi senza conoscere le realtà del territorio.
L’IMU è la più ingiusta delle tasse, se applicata alle Università Agrarie è semplicemente un’assurdità si colpiscono patrimoni che vanno tutelati che non producono redditi in quanto marginali o con altre vocazioni.