Riceviamo e pubblichiamo
La Flai Cgil di Viterbo nella persona del segretario provinciale Massimiliano Venanzi e in quella del segretario organizzativo Marco Nati apprendono dai giornali, dopo due anni di silenzi, il problema della riapertura dell’ex pomodorificio di Tarquinia da parte della Coldiretti e del Comune di Tarquinia.
Teniamo a precisare che, la Flai Cgil si era battuta fortemente per la non chiusura dello stabilimento nel 2006 chiedendo alla Regione Lazio una proroga della concessione fino a che non venisse trovato un nuovo imprenditore che prendesse le redini di questo importante sito.
Purtroppo nonostante i nostri forti sforzi e iniziative l’azienda ha chiuso i battenti mandando a casa 300 lavoratori tra fissi e stagionali con una conseguenza deleteria sull’economia del territorio che a tutt’oggi ne risente gli effetti negativi, e intanto con la crisi del prezzo del pomodoro, anche gli stessi produttori agricoli locali ne stanno pagando le conseguenze.
Si era effettuato con la precedente amministrazione regionale un protocollo d’intesa, dove l’allora assessore dell’agricoltura si impegnava in tempi brevi per lo stanziamento di un fondo di 200 mila euro ai lavoratori stagionali, e per la ricollocazione dei dipendenti fissi presso altri impianti dell’arsial con l’ impegno che entro il 31 dicembre 2006 ci sarebbe stata la riapertura dello stabilimento.
A distanza di quattro anni nulla si è fatto, e il sito dell’ex pomodorificio versa in condizioni di totale abbandono.
Quale soluzione era possibile? L’Arsial a nostro avviso avrebbe dovuto con un bando pubblico dare la consessione in comodato gratuito lo stabilimento ad imprenditori che avessero ripreso il timone del sito al fine di garantire investimenti, occupazione e raccolta del prodotto sul territorio viterbese.
Oggi non sappiamo se sia ancora la strada più facile da percorrere ma non crediamo che, in tempi di crisi globale, ci siano imprenditori disposti a investire milioni di euro in un sito nel quale la bonifica dell’area e la costruizione da zero non garantisce il ritorno del capitale investito.
Non basta avviare un percorso condiviso ad un tavolo comune, pertanto la Flai Cgil chiede un impegno da parte degli organi competenti tra i quali l’assessorato dell’agricoltura regionale per convocare un’assemblea pubblica al fine di stabilire se c’è la volontà per dare un imput al rilancio dell’economia agricola tarquiniese.
La riapertura rappresenterebbe una salvaguardia dell’occupazione e un sollievo delle famiglie, una battaglia che dovrebbe unire insieme tutti gli orientamenti politici e sociali.
Flai Cgil di Viterbo