Alle Paralimpiadi di Tokyo da primatista del mondo in carica, vivendo il sogno a cinque cerchi con l’ambizione e l’emozione di una diciannovenne divenuta un esempio di tenacia, passione, determinazione e amore per lo sport.
Ambra Sabatini, velocista di Monte Argentario, classe 2002, è già in Giappone dove il 4 settembre, alle 4 e 02 italiane, correrà la semifinale olimpica nei 100m T63, nello stesso stadio e sulla stessa distanza che nelle settimane scorse ha visto trionfare Marcel Jacobs. Se tutto andrà bene, una manciata di ore dopo, alle 14 e 26, il ritorno sul rettilineo per disputare la finale per l’assegnazione delle medaglie.
Il tutto a poco più di due anni dal 5 giugno 2019, giorno in cui un incidente costrinse la ragazza, già brillante atleta, al trasferimento all’Ospedale Careggi di Firenze dove ha dovuto subire l’amputazione dell’arto sinistro sopra al ginocchio. Un evento che, lungi dal fermare il desiderio di vivere appieno di Ambra, è stato un nuovo punto di partenza, anche dal punto di vista sportivo (ce lo raccontava in questa puntata di Piazza Digitale, nelle settimane del lockdown della primavera 2020): per cui, appena possibile, Ambra è tornata a praticare attività, dal ciclismo al nuoto, per poi, una volta indossata la protesi, riabbracciare il suo amore per l’atletica, sempre con affianco il suo preparatore, Jacopo Boscarini, che la segue sin da bambina.
Gara dopo gara, la confidenza di Ambra con il nuovo tipo di competizione e la sua costanza nel lavoro in allenamento l’hanno portata a migliorare le prestazioni spingendola, in nemmeno un anno, in vetta alle graduatorie mondiali nella disciplina nella propria categoria, permettendole di realizzare in tempi record il sogno/obiettivo che sin da subito dopo l’incidente si era prefissata, la partecipazione olimpica. A lei un enorme in bocca al lupo della Redazione, oltre che i complimenti, da condividere con il suo allenatore Jacopo.