Riceviamo e pubblichiamo
«L’Italia chiedeva il sacrificio agli italiani: ragazzi appena diciottenni e uomini nel pieno delle forze partirono in guerra. Anche gli animali, eroi silenti e ignari, vennero trascinati in una guerra che non gli apparteneva. Come risultato si ebbero intere famiglie deturpate: mogli senza mariti, sorelle senza fratelli e figli senza padri».
Il saggio storico “Alla ricerca dei dispersi in guerra” di Vincenzo Di Michele riporta gli struggenti racconti dei famigliari dei caduti nel secondo conflitto mondiale, dal fronte greco a El Alamein fino alla Russia; testimonianze importanti per ricordare chi si è sacrificato per il bene del popolo italiano, ma anche per rammentare il dolore di tutti coloro che attesero invano il ritorno dei propri cari. Attraverso fotografie, reperti, carte geografiche e lettere, e con la solita delicatezza e rispetto che contraddistinguono tutte le sue opere, Vincenzo Di Michele ci parla di quelle “lacrime di guerra che nessuno poteva asciugare”: non solo le lacrime dei soldati che hanno patito le pene più atroci ma anche quelle dei loro famigliari, che spesso non hanno avuto neanche la certezza del destino toccato ai propri congiunti o un corpo da poter seppellire. L’autore ci racconta della speculazione degli impostori sulle disgrazie delle famiglie, della ricerca disperata dei dispersi, così come della tragica guerra combattuta sul fronte russo, definita come «la campagna militare più sanguinosa della storia mondiale»; ma soprattutto ci narra di tanti uomini e donne che hanno voluto omaggiare i propri caduti, riportando storie commoventi, difficili da dimenticare. Di Michele ci tiene infatti a riflettere sulle implicazioni della guerra anche su chi è rimasto a casa, e si è sentito inerme di fronte a un dramma di tale portata, che ha distrutto famiglie e che ha cancellato le esistenze di figli, fratelli, mariti e padri. Ancora più di impatto sono poi i racconti in prima persona dei soldati italiani, tra i quali vi è anche la testimonianza del padre dell’autore, di cui si riportano le lettere autografe e le pagine dei loro diari; resoconti drammatici e crudeli, che mostrano la disumanità di persone che hanno trattato i loro simili come fossero delle bestie. Larga parte dell’opera è infatti dedicata alla terribile condizione dei soldati italiani prigionieri in Russia: dal racconto della “Marcia del Davai” – dove erano costretti a camminare per chilometri a meno 45 gradi senza cibo e acqua per sedici ore al giorno – a quello dei campi di concentramento, come il lager di Tambov, dove i prigionieri persero ogni forma di dignità umana. Il libro è disponibile in formato cartaceo e digitale su tutti i principali store, e uscirà anche in edicola dal 23 aprile in allegato con i quotidiani Il Messaggero Veneto, Il Piccolo, La Tribuna di Treviso e Il Mattino di Padova.
SINOSSI DELL’OPERA. L’autore narra la sua storia e quella di tante altre famiglie nella ricerca affannosa dei dispersi durante la II guerra mondiale. Dalla ritirata di Russia a Nikolaevka, da Tobruk al fronte jugoslavo, fino all’eccidio di Cefalonia, vengono raccontate le vicende di donne, bambini, genitori, fratelli e figli, che sono rimasti per anni e anni ad aspettare invano il loro caro. Queste vicende pur non essendo mai state riportate nei resoconti storici, sono state scritte però giorno dopo giorno nel cuore di moltissime persone che non hanno potuto fare altro se non tramandare di padre in figlio il proprio dramma familiare. Grazie alle testimonianze dei reduci sono anche narrate le esperienze vissute dai prigionieri italiani in Russia nei campi di concentramento: da Suzdal a Tambov, da Mičurinsk a Nekrilovo, da Oranki a Krinovaja, fino ai campi di prigionia di Tashkent e Pakta Aral nelle regioni del Kazakistan e Uzbekistan.
BIOGRAFIA DELL’AUTORE. Vincenzo Di Michele (Roma, 1962) si è laureato in Scienze Politiche all’Università La Sapienza di Roma. Scrittore, giornalista, docente e storico, pubblica romanzi e saggi che hanno avuto importanti riscontri su quotidiani nazionali, riviste e blog, tra cui Il Tempo, Libero, La Repubblica, La Stampa, Il Giornale, L’Unità e Lettera 43. Tra le sue numerose opere si ricordano: “Io, prigioniero in Russia” (Maremmi Editori, 2008, 2a ed. “La Stampa” di Torino in allegato, 2010); “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso” (Curiosando Editore, 2011); “Pino Wilson, vero capitano d’altri tempi” (Fernandel, 2013); “L’ultimo segreto di Mussolini. Quel patto sottobanco tra Badoglio e i tedeschi” (Il Cerchio, 2015); “Cefalonia, io e la mia storia” (Il Cerchio, 2017); “Animali in guerra, vittime innocenti” (Il Cerchio, 2019); “Alla ricerca dei dispersi in guerra” (Vincenzo Di Michele, 2020).