Riceviamo e pubblichiamo
“Le recenti dichiarazioni apparse sui giornali sul casale della Roccaccia sono semplicemente non vere e pertanto gravi”. Lapidaria la Vice Presidente Sara Torresi. “L’immobile è costantemente pulito e soggetto a manutenzione regolare, non esistono nidi di piccione, la finestra era aperta per arieggiare, il fortunato volatile, immortalato in foto un ingresso sporadico. Nessuna perdita incontrollata alle condutture, il semplice guasto era a conoscenza da lunedì e sarà riparato con pochi euro dalla ditta incaricata. Quanto ai pannelli e ai banner rinvenuti in una stanza non vediamo il delitto. Se hanno visto arazzi, ci preoccupiamo per loro. Per avere risposte bastava domandare, invece di imitare “Striscia la Notizia” e fare la figura di “Paperissima”. Peraltro, per il futuro li invitiamo a compiere accessi autorizzati, proprio perché non c’è nulla da nascondere. Imparino loro per primi a rispettare le regole.
Sul bando è tutto chiaro. Ricevute da numerosi e qualificati soggetti molte richieste per l’utilizzo dell’immobile (alla faccia del fallimento progettuale). Visti i sopraluoghi, consultati esperti del settore, riteniamo giusto valutare con attenzione ogni proposta, nell’ambito di una procedura pubblica, aperta a tutti senza favorire nessuno, in una parola trasparenza.
L’utilizzo come Agriturismo è una delle opzioni al pari delle attività didattiche, ma quella struttura può aprirsi a funzionalità diverse che la rendano più utile alla collettività; idee che saranno la base della gara, peraltro accolta con favore da parte delle tantissime realtà interessate.
Le critiche sono semplicemente strumentali. Mi domando come si possa giudicare un bando che non si conosce, come si possa parlare senza aver visto o richiesto un singolo documento. Nessuno spreco di risorse pubbliche. L’immobile è perfettamente recuperato e ristrutturato, pronto alla sfida di una gara pubblica. Un edificio cadente e inagibile è divenuto una risorsa, non capiamo dove sia il problema se invece di un agriturismo diverrà un’altra cosa, magari più redditizia per l’Ente, peraltro decisa insieme alla collettività.