Riceviamo da Alberto Tosoni e pubblichiamo
Amplieremo e metteremo a frutto il patrimonio tartufigeno locale mediante la creazione di due tartufaie controllate. Il progetto discende dal dialogo costruttivo avuto nel tempo con l’associazione dei tartufai locali ed è autenticamente realizzabile: si tratta infatti di mettere in atto operazioni di miglioria ambientale e di incremento boschivo su due aree già destinate alla raccolta spontanea di tartufi, come ad esempio quella della pineta di San Giorgio, od una porzione di bosco alla Perazzeta.
In queste zone vorremmo mettere a dimora piante tartufigene mediante collaborazione con uno o più vivai locali e poi, come prevede la legge regionale, mettere a punto piani di coltura, conservazione e gestione della raccolta.
Questa opportunità, oltre a portare alla creazione di sagre, genererà collaborazioni con le attività di ristorazione del territorio e con alcune tipologie di produttori per promuovere il tartufo tarquiniese quale specialità locale, andando ad aggiungere un ulteriore tassello all’attrattività di Tarquinia dal punto di vista enogastronomico. Istituiremo anche un premio annuale per la migliore valorizzazione dei prodotti spontanei del sottobosco tarquiniese.
Ricordiamo che i tartufi locali, che di norma sono lo scorzione, o tartufo estivo, prodotto ricercato, di pregio, dal sapore delicato e dalle peculiarità perfette per impreziosire cucina e prodotti, ed il biancone, di ottima qualità; costituirebbero sia una fonte di introito economico per l’Università Agraria che una leva ulteriore per la promozione delle tipicità locali, mettendo in connessione privati, associazioni e settore pubblico.
Daremo inoltre potenza alla cultura locale del tartufo, meno diffusa rispetto a quella micologica, organizzando corsi per il conseguimento del tesserino e diffondendo anche nelle scuole una migliore conoscenza di questo prodotto, come già fatto per i funghi.