Riceviamo da Maurizio Leoncelli e pubblichiamo
Quasi 5 anni conditi da insinuazioni e poca chiarezza, solo tanta cattiveria e arroganza, tipica di queste maggioranze, quelle dell’Università Agraria e al Comune di Tarquinia, che sostengono proprio la candidatura alla presidenza di Alberto Tosoni. Candidato presidente Tosoni non si nasconda dietro la bandiera dei debiti, il gioco della tombola con i diversi numeri su ogni comunicato. Sebbene siamo al Natale oramai è inopportuno. Ciò che importa è che, per 4 anni, nessun provvedimento pubblico della sua amministrazione è stato mai certificato. Sarebbe interessante anche sapere sia stato certificato il danno economico che avete, quello sì sicuramente, prodotto all’Ente, con la enorme svalutazione dell’intero patrimonio, avendo abbandonato strutture e linee produttive.
Certamente si tratta di cifre enormi, maggiori del debito reale e non di quello che raccontate, mentendo sapendo di mentire. Le rinnovo un confronto pubblico, un faccia a faccia, e dico rinnovo in quanto già richiesto un anno fa all’attuale presidente Sergio Borzacchi. Carissimo collega Tosoni, ha fatto per anni bandiera solo della parola debiti. Confrontiamoci questa volta con le cifre vere e con i bilanci non votati dal suo consigliere Marcello Maneschi e dal signor Gianfranco Bastari. Non dimentichi di portare con sé anche la dichiarazione di voto di Bastari, assessore al bilancio, messa a verbale in quell’assise. Sono certo che chiariremo molte cose, soprattutto nel rispetto della politica, delle istituzioni e dei cittadini.
Finalmente ci potrà dare spiegazione di come la sua amministrazione per anni abbia svolto la propria attività, senza avere un bilancio approvato. Ci potrà spiegare come mai è riuscito ad amministrare con un consiglio incompleto. Ci spiegherà come è riuscito ad affidare beni di natura collettiva senza uno straccio di bando pubblico. Ci spiegherà come mai non è stato ancora approvato il nuovo statuto dell’Ente, visto il vostro ricorso a esagerate consulenze esterne sia nel numero che nei costi. Perché, se è vero che sono stati azzerati gli indennizzi degli amministratori, circa 20.000 euro all’anno, sono stati altresì impegnati circa 50.000 euro annui di incarichi esterni. Ci spiegherà come è riuscito a ottenere l’anticipazione della tesoreria senza bilanci approvati. Ci spiegherà come mai di quella dozzina di consiglieri che hanno scelto di dimettersi durante il suo quinquennio, non se ne è ricandidato neanche uno.
Ci spiegherà infine che ne è stato della Festa della Merca, sparita dopo 50 anni di tradizione; dell’allevamento di lepri; della stazione di monta; del campeggio chiuso sotto la vostra amministrazione, il quale da solo fruttava 200.000 euro all’anno all’Università Agraria, dando lavoro a tante famiglie tarquiniesi. Questa è la continuità amministrativa di cui tanto fa sfoggio? Non parlo da profano, ma con scienza e coscienza, avendo vissuto la sua amministrazione in prima persona. Posso tranquillamente dire quanto di meglio conosco e, spesso dietro a tanti selfie, ho riscontrato poca sostanza e progettualità. Nascondersi dietro al passato non può certamente proiettare l’Ente nel futuro ed è la cosa che personalmente mi sta più a cuore.
Quando sono stato amministratore, ereditando situazione debitorie, ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo affrontato i problemi e, con tutte le difficoltà del caso, le abbiamo anche risolte. Non abbiamo mai cercato le vie brevi e il mettere in mora i vecchi amministratori. Lo avremmo anche potuto fare, ma ci siamo ben guardati da questo modo di agire. Forse è una questione di stile. Pertanto, agendo in tutta onestà, confido in un nostro confronto pubblico, dove potremmo fare la dovuta chiarezza, in quanto chiunque abbia amministrato, come il sottoscritto, l’Università Agraria si è sporcato le scarpe di fango. Glielo posso assicurare. Quindi lei non è stato il primo, né certamente sarà l’ultimo.