Ancora una volta attorno alle elezioni per l’Università Agraria di Tarquinia si genera un caos legato a date, norme e regolamenti: dopo che, poco più di due anni fa, la campagna elettorale – ma anche il dopo nomina – s’era vissuta a colpi di ricorsi e interpretazioni, quest’anno la corsa verso il 10 dicembre sembra vivere ancora di più sulle perplessità.
La prima delle quali riguarda una incongruenza tra lo statuto dell’Ente di via Garibaldi – che all’articolo 10 comma 29 indica chiaramente che il risultato elettorale si intende valido anche se partecipa alla votazione un numero di elettori inferiore al 50% degli aventi diritto – e la Determinazione della Regione Lazio nr. A03941 del 02/05/2012, che dispone le linee guida per la redazione degli statuti e specifica come, nel caso ci sia un solo candidato, per l’elezione dello stesso è necessario che a votare vada il 50% degli aventi diritto.
A quale delle norme ci si dovrà attenere? In un articolo in uscita domani sul Corriere di Viterbo, Fabrizio Ercolani ha compiuto una verifica tra precedenti simili in varie Università agrarie del Viterbese, scoprendo come situazioni simili – anche recenti – abbiano richiesto il quorum per la validità del voto, sottolineando come lo statuto attualmente in vigore a via Garibaldi non contempli il caso di un solo candidato – nemmeno per quanto riguarda la successiva spartizione dei seggi – mentre la Determinazione regionale specifichi chiaramente come nel caso gli utenti aventi diritto al voto siano inferiori a 15.000, “ove sia stata ammessa e votata una sola lista, sono eletti tutti i candidati compresi nella lista, ed il candidato a presidente collegato, purché essa abbia riportato un numero di voti validi non inferiore al 50 per cento dei votanti ed il numero dei votanti non sia stato inferiore al 50 per cento degli elettori iscritti nelle liste elettorali. Qualora non si siano raggiunte tali percentuali, la elezione è nulla”.
Se fosse avvalorata tale ipotesi, a Sergio Borzacchi, unico candidato in lista, per diventare presidente servirebbe che circa 6.800 – alle ultime comunali il corpo elettorale era di 13.865 aventi diritto – si rechino alle urne: paradossalmente anche più di quelli che votarono, due anni fa, per scegliere tra Blasi e Catini. A quel punto, quasi beffarda, per il centrodestra, diventerebbe l’esclusione della lista presentata dal dottor Alberto Riglietti.
Ed intanto continua il pressing dell’ex sindaco Mauro Mazzola sul fronte delle date, con Zingaretti che, secondo l’ex primo cittadino, avrebbe firmato il decreto per indire le elezioni in una data troppo ravvicinata rispetto a quanto dovuto. “Vale la pena segnalare la questione ai consiglieri regionali, – spiega Mazzola – Mi sorprende che il PD di Tarquinia ancora non l’abbia fatto. A chi invece si chiede perché ancora parlo, voglio dire che posso farlo, ed a testa alta”.