di Stefano Tienforti
La situazione della politica tarquiniese, al giorno attuale, è estremamente fluida. Ed uso questo termine – che significa tutto e niente – perché è poco elegante scrivere che non si capisce nulla di quanto accade. Faticano a venirne a capo anche gli osservatori più attenti, ed è una fatica condivisa, probabilmente, con buona parte dei protagonisti del magma politico tarquiniese nella primavera 2015. Per provare a fare ordine, partiamo dai punti fermi.
- 100%: le possibilità che Mazzola sia candidato alla Presidenza della Provincia. E sono tali solo perché l’ufficializzazione formale è già avvenuta, accompagnata dalla sorprendente presenza, nelle liste a sostegno, di Laura Voccia, che al comune di Tarquinia – amministrato da Mazzola – è all’opposizione.
- 90%: le chances del primo cittadino tarquiniese di arrivare a Palazzo Gentili; il che, qualora avvenisse, aprirebbe scenari difficili da immaginare tra le forze dell’attuale giunta, i cui equilibri sarebbero rimescolati dagli impegni di Mazzola a Viterbo.
- 80%: le probabilità che il voto per il rinnovo del consiglio e del presidente dell’Università Agraria slitti a ottobre. La percentuale, fra l’altro, si alza di poco per ogni giorno in più in cui non arriva l’eventuale indizione del voto per giugno: opportunità a cui ormai paiono credere poco tutte le forze politiche in ballo.
- 70%: le possibilità che Alessandro Antonelli abbia un ruolo di primo piano in Comune dopo le elezioni 2017. Il restante 30% non contempla la possibilità di ritiro dalla politica più volte ventilata, bensì l’approdo a incarichi politici o partitici di altro tipo.
- 60%: l’attuale quotazione di una candidatura di Manuel Catini a presidente dell’Università Agraria di Tarquinia. Dopo essersi proposto da mesi, il giovane consigliere d’opposizione sembrava sempre meno propenso a interpretare il ruolo della vittima sacrificale di un centrodestra in confusione, ma gli ultimi hashtag su Facebook paiono sintomo di nuovi entusiasmi.
- 50%: la media tra il valore di incoerenza politica dimostrata da Laura Voccia candidandosi a sostegno di Mazzola (100%) e la sostanza di risposte (0%) nel suo comunicato di replica agli (ex?) compagni di minoranza: tante righe di filosofia democristiana senza riuscire nemmeno a spiegarci esplicitamente se in Comune resta all’opposizione o passa in maggioranza.
- 40%: il peso in giunta comunale del Polo dei Moderati (con Bacciardi vicesindaco e Letizia La Valle assessore), lo stesso del PD (Ranucci e Celli) ed il doppio della lista Leoni. Il tutto con il solo consigliere Leoncelli come rappresentante in consiglio, dopo il salto di Baldoni al gruppo Leoni (e ora, in lista alle provinciali, al PD). Resta, questo, uno dei nodi chiave nei giochi di forza per gli accordi: ancor di più ora che, con l’Agraria a fine mandato, Bacciardi non può più far valere il suo peso in quella sede.
- 30%: le possibilità che la fine dei lavori del teatro comunale – ammesso che così si possa chiamare – sia il biglietto da visita per la futura campagna comunale, magari proprio con l’assessore ai lavori pubblici Ranucci alla guida delle truppe di centrosinistra. Alleati e – soprattutto – compagni di giunta e partito permettendo.
- 20% massimo: l’influenza che i giochi di alleanze e di forze che si stanno portando avanti in vista del voto all’Agraria avranno sulle comunali 2017. A differenza di quanto alcuni credono e altri vogliono far credere, ogni parola spesa oggi varrà poco più di nulla quando si inizierà a correre davvero per il Comune.
- 10% circa: la percentuale di attuali amministratori dell’Università Agraria in quota PD che potremmo trovare in lista alle prossime elezioni se il candidato presidente sarà del Polo dei Moderati: di tutti, infatti, pare che il solo Francesco Montesi possa metterci di nuovo la faccia.
- 0%: le opportunità odierne, per Maurizio Leoncelli, di essere il candidato della coalizione di centro sinistra per la presidenza a via Garibaldi. Stando ai rapporti con parecchi esponenti di spicco del PD, questa quotazione è sin troppo ottimistica, ma magari lo slittamento a ottobre gli permette un tentativo di ricostruzione di un percorso politico.
Salvo improvvise emergenze politiche, perciò, con i pezzi di analisi della situazione ci aggiorniamo a non prima di maggio. Quando, fluidità permettendo, proveremo a stilare un altro borsino delle percentuali come questo.