Riceviamo e pubblichiamo
Il partito democratico dopo il direttivo che si è svolto giovedì 25 agosto, a seguito di un incontro tra le segreterie del Pd e dei moderati riformisti, alla luce dei fatti politici e amministrativi che hanno interessato in queste ultime settimane l’ente economico dell’Università Agraria culminate con le dimissioni del Presidente Alberto Blasi, ritiene di dover precisare quanto segue.
Le vicende politiche legate a questo ente che per natura dei suoi regolamenti, leggi e statuti è decisamente diversa dal comune, hanno messo in luce una serie di distorsioni e anomalie. Di fatto questo ente viene considerato e segue strategie politiche e gestionali alla stregua del comune. Riteniamo pertanto improrogabile ,mettere all’ordine del giorno, il tema di una riforma profonda del modello di gestione di tale ente e lo riporti alla sua vocazione originale che è quella di amministrare e gestire proprietà boschive, terriere e di allevamenti di bestiame i cui proprietari sono tutti i cittadini. Superare quindi di fatto il sistema elettivo che in copia minore ricalca quello comunale.
Premesso questo, ci preme sottolineare che la maggioranza politica chiamata a gestire il patrimonio di cui l’ente è proprietario ha visto in questo ultimo anno una paralisi nell’azione amministrativa a causa di incompetenze e inadeguatezze da parte di una componente della maggioranza. La lentezza esasperante nel procedere alla nomina di tutte le cariche previste dal regolamento ancora oggi non espletate. La difficoltà nell’approvazione del bilancio preventivo. Il continuo ed incessante atteggiamento ondivago da parte dei moderati riformisti su ogni aspetto amministrativo, pur avendo tutti gli assessori e le deleghe previste, hanno di fatto portato alla paralisi dell’ente.
Evidentemente condizionato dalla inutile e dannosa strategia politica dei dirigenti di questo movimento che hanno prima inteso utilizzare l’ente come strumento di ricatto politico verso il Pd al fine di guadagnare posizioni all’interno della coalizione , Poi come strumento di rottura della coalizione divenuta troppo stretta per gli appetiti e le ambizioni dei suoi leader. È evidente che alla luce di quanto è successo le dimissioni del presidente Blasi sono un atto dovuto e che la crisi politica che ne consegue difficilmente possa essere risanata se non a condizione che si proceda in tempi rapidi alla modifica del regolamento nelle parti più oscure e incomprensibili. Alle parti che di fatto ingessano e impediscano la nomina della figura del presidente.
Alla luce di una situazione debitoria pesante si ritiene necessaria l’individuazione di figure (assessori) di comprovata competenza ed esperienza che collaborino con il presidente nella stesura di un piano triennale di risanamento. Per il medesimo motivo, chiediamo l’azzeramento di tutti i rimborsi previsti per le figure amministrative , assessori e presidenze, che porterebbero un risparmio all’ente di circa trenta Mila euro all’anno , un esempio dovuto in un momento di difficoltà economica. Il tutto a seguito di un chiarimento politico che dica esplicitamente le intenzione dei moderati circa la loro adesione e appartenenza alla coalizione che sostiene il comune e che si è presentata agli elettori chiedendone la fiducia per una buona e coerente politica amministrativa alla Università Agraria. Per motivi di stile preferiamo omettere tutti gli episodi che sono stati incastonati in questi ultimo anno nell’albo delle cose da non fare quando si gestisce un ente nel quadro di una coalizione , come una saga di dilettanti allo sbaraglio , tuttavia ci teniamo a dire che sono stati tutti, puntualmente, da sette mesi a questa parte, stigmatizzati “all’alleato”. Pertanto l’ipocrita affermazione di non conoscere le ragioni delle dimissioni del presidente Blasi, al pari delle formali manifestazioni di solidarietà le rimandiamo fermamente al mittente.
PD Tarquinia