Riceviamo e pubblichiamo
L’idea dell’Università Agraria che verrà è per noi chiara. La bozza di nuovo Statuto redatta dagli uffici con l’ausilio della presidenza, parla di riduzione dei costi, snellimento, efficacia, attualizzazione. Giusto il dibattito, ma è giunto il tempo che dalle parole si passi ai fatti. In due commissioni interminabili si è giunti appena all’art. 9, un fiume di parole spesso fuori tema e senza alcuna indicazione scritta. Chi vuole cose diverse dal testo base, vale anche per la maggioranza, deve formalizzare la proposta, ciò affinché siano chiare anche le responsabilità su eventuali modifiche e la ragione delle medesime.
Turno unico, semplificazione della procedura elettorale, con un risparmio quantificato di oltre 50.000 Euro. Riduzioni degli assessori da cinque a tre e dei consiglieri da venti a sedici, differenza di genere garantita da liste con il medesimo numero di uomini e donne, cariche onorifiche e non retribuite per consiglieri e presidente del consiglio, la qualifica di utente riconosciuta a tutti i cittadini, con diritto di voto ai soli maggiorenni, le incompatibilità tra le cariche di assessore e consigliere in Enti diversi, compreso il Comune, l’inserimento nello Statuto della tutela del paesaggio, dell’archeologia e dell’ambiente, la coltivazione in regime biologico: sono solo alcuni dei capisaldi su cui si è immaginato di ridisegnare l’Ente.
Dare un nuovo Statuto all’Università Agraria è un dovere di questo Consiglio di Amministrazione, è l’esame più importante per chi ha voluto candidarsi alla rappresentanza dell’Ente. Non trasformeremo lo Statuto in una arena nella quale fare gli interessi di una o dell’altra coalizione o peggio per dare luce a chi antepone la sua visibilità politica agli interessi di migliaia di utenti.
Lo statuto approvato sarà poi inviato alla Regione Lazio. Nel silenzio legato al destino di Enti come il nostro giusto provare a realizzare un documento esemplare.
Alessandro Antonelli
Presidente Università Agraria di Tarquinia