(s.t.) La campagna elettorale per l’Università Agraria che sembrava iniziata all’insegna della serenità – con gli scambi di auguri tra i candidati – a meno di una settimana dal via pare cominciare ad avvelenarsi.
Come svelato da un post Facebook dell’assessore comunale PD Anselmo Ranucci – già attivissimo sui social nel sostegno alla sua candidata – la coalizione di centrodestra starebbe studiando un ricorso per escludere due delle liste che appoggiano Alberto Blasi, rei – secondo quanto riportato da Ranucci – di essersi “dimenticati di incollare il simboletto della lista su un paio di fogli”.
“Non c’è nessun ricorso. – risponde Manuel Catini – Semplicemente avendo accesso agli atti abbiamo notato queste anomalie, e crediamo su esse debba prendere una decisione la commissione elettorale, della quale peraltro io non faccio parte”.
Riflessione numero uno: per quanto possa apparire capzioso il ricercare difetti formali nelle procedure altrui, altrettanto sembra eccessivo sminuire in tal modo quelle che sono le richieste burocratiche di presentazione. Richieste ed adempimenti che, in fondo, sono quelle che si richiedono ai cittadini quando dialogano con le amministrazioni, o a quest’ultime quando si confrontano con richieste di finanziamenti, permessi ecc. Richieste, oltretutto, ben note a tutti i partecipanti: è capzioso far notare una mancanza, ma è anche parecchio superficiale presentarsi all’ultimo secondo senza aver predisposto tutto quanto evidentemente necessario. E un laureato in giurisprudenza dovrebbe saperlo più di chiunque altro.
Riflessione numero due: siamo a meno di un mese dal voto, cinque giorni dopo la presentazione delle candidature, e sarebbe ora che le coalizioni ci dicessero cosa vorranno fare dell’ente in caso di vittoria. Non abbiamo visto ancora un programma, se non le dichiarazioni ipergeneriche nelle interviste sui giornali. Se davvero il centrodestra corre dietro ai simboli mancanti, senza proporre una chiara idea alternativa – pur avendo avuto cinque anni per elaborarla – mostra troppa voglia di vincere ad ogni costo, anche quello di sottovalutare la necessità programmatica per l’Ente.
Riflessione finale: cari candidati, sostenitori e simpatizzanti, abbiate pietà di noi e, per questo mese, buttate Facebook e pensate a spiegarci come vorreste amministrare l’Agraria qualora doveste vincere!