Il 16 dicembre di due anni fa, all’età di 64 anni, moriva Luigi Daga: sindaco di Tarquinia, uomo politico, scrittore e, in generale, personaggio dall’inesauribile energia di promozione di iniziative di solidarietà in varie parti del mondo.
Ora Tarquinia lo ricorda con una mostra fotografica – “Luigi Daga: viaggi della solidarietà” – che ne ripercorre la lunga strada percorsa nei tanti viaggi di solidarietà in Italia e all’estero. Sabato 15 dicembre, alle ore 16, la sala consigliare del Comune di Tarquinia ospiterà un incontro pubblico durante il quale parleranno Achille Occhetto, ultimo segretario del Partito comunista italiano e primo segretario del Partito dei democratici di sinistra con il quale Luigi Daga ha collaborato per molti anni, Luigia Melaragni, segretaria provinciale della Cna, Sandro Vallesi e Maurizio Brunori, rappresentanti del comitato organizzatore dell’iniziativa. Moderatore dell’incontro Gianni Tassi, giornalista del Messaggero e amico di Luigi.
Alle 18, nella Sala Grande della biblioteca comunale, l’architetto Angelo Porchetti presenterà la mostra fotografica che resterà aperta fino al 31 dicembre.
Sindaco di Tarquinia, esponente di spicco del Pci prima e del Pds e Ds poi, segretario provinciale della Cna dal gennaio del 1981 al settembre del 1987, assessore e vicepresidente della Provincia di Viterbo, ha fatto parte del Consiglio regionale nella legislatura 2000/2005 durante la quale ha ricoperto la carica di assessore. E’ stato poi vicepresidente dell’associazione contro le illegalità e le mafie Caponnetto. Uomo politico ma anche scrittore è stato promotore, insieme all’Avad, di numerose iniziative di solidarietà in varie parti del mondo.
“Pensare ad una mostra per ricordare l’attività di Gigi è stato un piacere – spiega Porchetti – accompagnato dalla tristezza di non saperlo più qui: mi era chiaro fin da subito che sarebbe stato difficile circoscrivere al solo tema della solidarietà quella che è stata una vita piena e oltremodo
variegata. Anche la ricerca e l’analisi dei documenti, necessari a raccontare il Gigi solidale, mi ha, seppur virtualmente, spedito in giro per il mondo: un mondo particolare, nei paesi della guerra, degli esclusi, degli ultimi, in tempi e momenti difficili, durante le guerre, oltre gli embarghi, tra profughi e poveri di un mondo non lontano, attaccato ai nostri confini e qualche volta anche dentro i nostri confini”.
Quelle rappresentate sono solo le tappe salienti di un’attività ai più sconosciuta, e proprio per questo la mostra vuole essere al tempo stesso un tributo ed uno stimolo a fare, per offrire agli altri una speranza.
“Anche nella solidarietà nulla era scontato in Gigi – prosegue il curatore della mostra – qualsiasi iniziativa conteneva sempre più aspetti: i libri ,gli accordi tra istituzioni, le donazioni, e su tutto l’accoglienza e l’ospitalità dei bambini in Italia, per allontanarli, seppure per poco, dalle guerre e dalle sofferenze. La mostra è un racconto volutamente scarno, non racconta di “vacanze”, le immagini non sono volte a stupire per la bellezza, servono a documentare e a dare la voce agli sconosciuti, perché il fine di questa iniziativa deve essere quello di continuare ad alimentare la rete di rapporti ed attività tessuta e curata fino ad oggi da Gigi”.