Ricordo una voce, una grande emozione, quasi più forte di quella generata dalla musica: era l’estate scorsa e al teatro comunale Leandro Piccioni si esibiva con il Quartetto Pessoa. In quell’occasione la città aveva provato, sperato, forse sognato di poter avere come ospite d’onore il Maestro Ennio Morricone, per lui si era anche parlato di una cittadinanza onoraria. Pur non presente di persona, il Maestro fu protagonista, quella sera, non solo con la musica delle sue colonne sonore, riportate sul palco da Leandro e i musicisti con cui si esibì, ma con un messaggio che aveva inciso proprio per salutare, con sentito affetto, il musicista di Tarquinia.
C’era in tutti, quella sera, ascoltando quelle parole, la sensazione di sfiorare un personaggio che oltre alle musiche ha inciso un grande pezzo di storia dello spettacolo, la stessa avuta qualche mese prima in occasione dell’ultimo concerto a Caracalla.
Oggi, un 2020 che in tante forme sta lasciando ricordi dolorosi, ci dà la notizia della morte, nella notte, a Roma del grande musicista e compositore, autore di alcune tra le colonne sonore più belle del cinema italiano e mondiale: “Per un pugno di dollari”, “Mission”, “C’era una volta in America”, “Nuovo cinema Paradiso”, “Malena” e altri ancora. I funerali di Ennio Morricone si terranno in forma privata “nel rispetto del sentimento di umiltà che ha sempre ispirato gli atti della sua esistenza”.