Sono cambiate le modalità per comprare gli abbonamenti per i parcheggi a pagamento ma, gli utenti, sono gli ultimi a saperlo.
Infatti, Fernando Zacchei, il gestore della nota tabaccheria di piazza Cavour, ci ha riferito che il 31 maggio u.s. di un uomo che entrando nel suo negozio, non qualificandosi in altro modo se non come latore dell’informazione, lo ha avvisato che a partire da quel giorno i tagliandi degli abbonamenti in vendita che l’esercizio aveva in giacenza non sarebbero più stati validi.
Alle domande e alla richiesta del gestore per ulteriori chiarimenti, l’uomo ha detto che da lì a qualche giorno gli avrebbe fatto sapere qualcosa di più.
– E questo è puntualmente avvenuto – ricorda Zacchei : “il 3 giugno, l’uomo è ritornato presso la tabaccheria per riferire che a breve sarebbero stati distribuiti i nuovi tagliandi-abbonamento recanti le aggiornate e appropriate diciture riferite alla società di gestione privata dei parcheggi e che, nel frattempo i rivenditori potevano esaurire le scorte dei vecchi biglietti”.
Nel giro di qualche giorno, esattamente il 7 giugno, l’uomo ritorna dal sig. Zacchei e lo informa, crediamo ormai definitivamente, che non ci saranno più rivendite dei tagliandi per gli abbonamenti: se ne occuperanno direttamente le nuove macchine distributrici.
Insieme a Zacchei anche altri ex rivenditori tengono a precisare: “però a far fronte agli utenti dei parcheggi che continuano a chiedere spiegazioni siamo sempre noi, nell’ambito delle nostre attività, poiché, a quanto sembra, nessuno si è preoccupato d’informare l’utenza riguardo le nuove modalità per l’acquisto degli abbonamenti”.
Inoltre, nell’insieme dei commenti, emerge anche il rammarico per una scelta che non ha tenuto in nessun conto il servizio che gli esercenti svolgevano da tempo per la città in cambio di un utile del 5% sulla vendita dei tagliandi, peraltro azzerato dal 31 dicembre scorso a causa del trasferimento del servizio dalla Multiservizi al Comune.
Tuttavia, lo sconforto che lamentano gli ex rivenditori, non è tanto riferibile alla perdita degli esigui guadagni sulla vendita dei tagliandi ma, piuttosto, sull’opportunità che tale servizio offriva alle loro attività in termini di frequentazione degli esercizi di una potenziale clientela che, sia per la congiuntura economica sia per le difficoltà di raggiungere il centro storico, scarseggia sempre più.
Cosa vogliono ora?
Nulla se non rendere, autonomamente, noto il loro punto di vista dal momento che nessuno si è preoccupato di rilevarlo.