Riceviamo dal Comune di Tarquinia e pubblichiamo
“Una mozione irricevibile per come scritta e posta. – così la definisce il Vicesindaco e assessore allo sviluppo economico Luigi Serafini – Se l’intenzione era quella di trovare un modo per aiutare le attività durante la ripresa post pandemica, poteva essere rivista nei contenuti e poi inserita all’interno delle iniziative già intraprese in tal senso da questa amministrazione; il tutto con la collaborazione della minoranza”.
Questa la proposta fatta nel Consiglio Comunale odierno dal Vicesindaco, che non ha trovato però terreno fertile nel consigliere Catini, il quale ha voluto portare comunque in votazione la sua mozione così come presentata. Risultato: ordine del giorno bocciato, con la maggioranza che, compatta, continuerà comunque a sostenere la ripresa turistica e culturale della Città in collaborazione con associazioni, enti e privati.
A qualcuno evidentemente piace fare populismo e presentare le mozioni non per lanciare una proposta vera alla città ma per farsele bocciare e accusare la maggioranza di non ascoltare l’opposizione. Scelte!
Scelta che invece non ha pervaso, per esempio, il consigliere di minoranza Arianna Centini che sempre oggi, su proposta della maggioranza, ha preferito ritirare la sua mozione per poterla rivedere e magari ampliare nei contenuti, con la collaborazione di tutti in sede di commissione consiliare.
La mozione di Catini si prefiggeva di dare un contributo agli esercizi pubblici (bar e ristoranti) che scelgono di fare musica nelle aree pubbliche adiacenti al proprio locale. Un ordine del giorno che non regge né tecnicamente né politicamente. Per concedere contributi ad attività private, bisogna prima predisporre un regolamento, che va portato in commissione e successivamente all’approvazione del consiglio comunale, quindi va fatta una manifestazione di interesse (2-3 settimane di pubblicazione) per verificare il numero dei soggetti potenzialmente interessati e poter provvedere a stanziare, attraverso una variazione di bilancio, la somma occorrente. Quindi predisporre un bando, attendere 3-4 settimane per le risposte, nominare una commissione ed infine attivare la concessione del contributo a favore dei soggetti ammessi. Si comprende bene che iniziando l’iter oggi, non si riuscirebbe a chiudere il cerchio nemmeno per Natale, figuriamoci per l’estate in corso.
Ma oltre all’aspetto tecnico-burocratico, la proposta non regge nemmeno dal punto di vista del riflesso che darebbe ai bilanci dei singoli esercizi pubblici. Di bar e ristoranti che “organizzano eventi culturali – riprendiamo il testo esatto della mozione – nelle adiacenze delle proprie attività, su aree pubbliche autorizzate” se ne contano davvero pochi e comunque è poca l’incidenza del costo della SIAE (da 50 a 70 euro) sul costo complessivo dell’organizzazione di un evento; senza poi considerare che il Comune già interviene in favore delle iniziative culturali abbattendo la tassa sul suolo pubblico, che è molto più onerosa della SIAE.
Per di più, l’Assessorato a Cultura e Turismo va incontro alle associazioni che organizzano spettacoli sul territorio comunale, o pagando in prima persona la SIAE o concedendo contributi per far fronte alla spesa. “Un settore – aggiunge l’Assessore Martina Tosoni – che stiamo cercando di rimettere in moto ideando molti progetti con le associazioni e pagando appunto noi la SIAE per loro ove la legge lo consente”.
La mozione presentata dal consigliere di minoranza Arianna Centini a proposito della legge sulla Tampon Tax sarà invece discussa la prossima settimana in commissione consiliare per essere approfondita ed ampliata, poiché si è deciso di fare addirittura di più di quanto proposto, cercando di studiare insieme agli uffici preposti la possibilità di creare un contributo o individuare altre forme di agevolazioni.