Riceviamo e pubblichiamo
“Con queste norme puntiamo a promuovere un modo di produzione e trasformazione agricola biologica ed eco-compatibile, istituzionalizzandola attraverso l’organizzazione del biodistretto”. Così Enrico Panunzi (Pd) commenta l’approvazione questo pomeriggio, senza alcun voto contrario, da parte del consiglio regionale della legge riguardante le “disposizioni per la disciplina e la promozione dei biodistretti”, di cui è primo firmatario. Il provvedimento prevede i modi nei quali può nascere ed essere gestito un biodistretto e le forme d’intervento regionale, attraverso l’istituzione di un fondo specifico.“Questa legge arriva dalla legislatura precedente, dove aveva attraversato i lavori della commissione e solo per problemi di tempo non era stata portata in aula – prosegue il consigliere regionale -. Il provvedimento nasce dall’esigenza di disciplinare un nuovo modo di produzione, trasformazione e consumo più attento all’ambiente. Si rivolge alle pubbliche amministrazioni, ai coltivatori, agli allevatori, a tutto un mondo impegnato nel ciclo produttivo agricolo e alle attività economiche a esso connesse. È una legge snella composta da pochi articoli, che però ha grandi potenzialità, perché unisce ambiente e politiche agricole ed apre nuove opportunità di sviluppo per il nostro territorio”.L’obiettivo del provvedimento è di valorizzare la spinta propulsiva che proviene dai componenti del sistema agricoltura più interessati alle innovazioni di organizzazione sociale e tecnologica orientate allo sviluppo sostenibile locale; dagli operatori del settore agricolo, che richiedono tecnologie di produzione, trasformazione e commercio ecocompatibili e mercati locali in grado di apprezzare le produzioni rispettose dell’ambiente e della salute; dai cittadini, che mostrano sempre più attenzione nei confronti di alimenti sani, di qualità e a chilometro zero; dalle amministrazioni locali e dalle scuole che possono modificare la cultura, i comportamenti e gli stili di vita di chi nel territorio vive e lavora. Inoltre, anche gli operatori turistici, avendo a disposizione itinerari naturalistico-archeologici, possono contribuire a far crescere la qualità dell’offerta turistica in qualsiasi mese dell’anno in sinergia con le produzioni agricole locali e la disponibilità di attività agrituristiche nelle aziende biologiche.“Credo che la storia dei biodistretti sia debole in Italia – conclude Panunzi -. Sono presenti vari tentativi e varie forme associative fatte in questa direzione ma, a oggi, non c’è una norma regionale d’istituzione, promozione, incentivazione e regolarizzazione degli stessi. Nella Conferenza Stato-Regioni c’è un confronto sui decreti attuativi della legge Martina 2017, in cui sono previsti dei finanziamenti per il 2018, 2019 e il 2020. Poniamo le basi perché la Regione Lazio sia pronta a questa nuova sfida per un modo di produrre e consumare (aspetti inscindibili) tale da non compromettere il futuro delle nuove generazioni”.