Riceviamo e pubblichiamo
Un viaggio simbolico nel fondo dell’animo umano che attraversa le tenebre, le viscere della terra per riemergere alla luce della liberazione dal male. È il tema della mostra “I sette peccati capitali”, che si terrà dall’1 al 9 giugno nella sala D. H. Lawrence di Tarquinia, in via Umberto I, con le opere della pittrice Sandra Inghes e della scultrice e designer del gioiello ceramico Maria Grazia Morsella.
“Ognuna di noi ha pensato e realizzato sette creazioni artistiche che rappresentano ciascuna un peccato capitale – raccontano le due artiste -. Quello che proponiamo è la nostra visione sul mistero psichico e comportamentale che conduce l’uomo a rispondere alla tentazione perdendosi nel peccato. Un peccato capitale, considerato mortale, privo di redenzione ma non nell’arte dove non è consentita, perché solo con la consapevolezza del sé ci si può salvare dalla deriva”.
Le sette opere pittoriche di Sandra e i sette gioielli in ceramica e cera persa di Maria Grazia rappresentano quindi il senso di riscatto e di salvezza che passa attraverso l’arte. “L’arte come specchio dell’anima. L’arte come sublimazione della tentazione che si trasferisce dalla coscienza alla tela e alla terra in un atto simbolico di liberazione – aggiungono -. L’opera d’arte riflette il senso del peccato ma non lo vive e non lo fa vivere. In questo senso diviene salvifica. Cattura la consapevolezza che, nella libertà dell’arbitrio, c’è una redenzione totale e volontaria”.
A impreziosire la mostra anche un’opera di un giovane e talentuoso arista tarquiniese. “Il cui nome lo sveleremo nei prossimi giorni – concludono Sandra e Maria Grazia -. Possiamo dire che ha realizzato per noi un’opera sulla vanità, l’ottavo peccato capitale del nostro secolo”. La mostra ha il patrocinio del Comune di Tarquinia ed è inserita nel contenitore culturale “Il mese degli etruschi”.