di Stefano Tienforti
L’ultima manciata di ore prima della fine di un anno e l’inizio del successivo sono, come tradizione, impegnate per lo più in due grandi occupazioni: scambiarsi auguri e preparare (o prepararsi) per il cenone di fine anno, tra tavolate in famiglia, veglioni e qualche botto per festeggiare l’evento.
Non sottraendomi almeno alla prima delle due missioni, rivolgo ai lettori, a nome della Redazione, il più sentito augurio affinché il 2012 possa essere per loro quanto più vicino possibile alle speranze ed alle ambizioni che vi ripongono. E che sia, soprattutto, un anno sereno, nonostante le difficoltà con cui ci troviamo a convivere.
La speranza di un bell’anno nuovo la rivolgo in maniera particolare, naturalmente, a tutte le persone che ci danno una mano nel portare avanti l’avventura di questo portale, e quindi a tutti i colleghi di Redazione, ai membri de La Ripa, agli inserzionisti, agli amici ed a tutti i ragazzi della squadra di calcetto che, con divertimento, ci hanno aiutato a promuovere il sito anche giocando.
E restando in tema calcistico, rilevo come, con piacere, tutti gli allenatori delle squadre tarquiniesi hanno “mangiato il panettone”, arrivando cioè al Natale ed a fine anno senza subire l’esonero. Destino che, in un modo o nell’altro, li accomuna al presidente Antonelli, che in acqua agitate gira la boa di Capodanno e si prepara alla verifica di maggioranza: quel che deve chiedersi è, a questo punto, se dopo i dolci natalizi riuscirà a godersi da via Garibaldi anche frappe e castagnole. Avendo già passato un Natale inquieto, per via delle cronache politiche della vigilia, gli auguriamo almeno un Capodanno sereno.
L’augurio migliore che possiamo fare al Sindaco Mazzola, invece, è di trovarsi di fronte anche nel 2012 – e, ancor di più, al momento del voto – l’opposizione politica con cui ha dovuto “confrontarsi” sinora. Le virgolette non vanno riferite, naturalmente, al Primo cittadino (che, a volte, l’opposizione ha dovuto persino inventarsela, quasi per necessità psicopolitica), ma all’invisibile, sterile azione della minoranza, apparsa in più occasioni impotente per scelta.
Perché, è vero, c’è chi strilla e strepita – e via comunicati stampa, fogli, foglietti e via dicendo – ma appare abbastanza evidente come tutto ciò abbia fine di propaganda e facile visibilità, e risulti privo di qualsiasi sostanza politica, di azioni concrete, di spessore. Eppure ce ne sarebbero di temi su cui armarsi di lancia e partire alla carica: dall’arsenico alle multe sulle insegne, dalle opere pubbliche alla rendicontazione sulla festa dell’anguria. Continuare a mandare comunicati stampa in proprio, ad assumere iniziative individuali solo per vedere nomi e foto sui giornali, a – per dirla con un vecchio, eloquente adagio – far come “il bue che dà del cornuto all’asino” non avrà altro effetto che rafforzare l’amministrazione attuale; ma forse, a molti degli attuali oppositori, importa più la manciata di preferenze per imporsi sul vicino di partito che l’idea di poter amministrare la Città.
C’è, comunque, di peggio, nel centrodestra. Perché c’è chi, pur sedendo nell’assise comunale, nemmeno strilla sui giornali, vivendo un letargo che, con buona probabilità e buona pace degli interessi collettivi, troverà la propria fine verso la primavera elettorale, quando anzi i protagonisti saranno i più attivi, almeno a parole, difensori del futuro tarquiniese.
Fatta eccezione per l’ormai affermato ed indissolubile duo Olmi&Maneschi, che presto parleranno in consiglio all’unisono come le migliori Paola e Chiara, e volendo per Vasco Palombini, che proviamo a giustificare per via di un’età non più giovanissima – giustificazione che, però, cadrebbe se decidesse di riproporsi in lista nel 2012 –, sui restanti alfieri della minoranza è piombato il silenzio più assoluto, scomparsi nel forse troppo assorbente ruolo di oppositori.
Su Marco Fiaccadori ormai si sentono solo rumors: o quelli che lo darebbero in avvicinamento al centrosinistra, o quelli delle urla scambiate con i vertici provinciali del partito in un meeting tarquiniese d’inizio dicembre. Di Cristiano Minniti, invece, si ricorda nell’anno solare solo la grigliata d’inizio agosto e la successiva, pronta e stizzita difesa on-line fatta della stessa: fosse altrettanto reattivo anche nel tutelare gli interessi collettivi dagli scranni dell’opposizione, avrebbe già il mio voto. Ed infine Sandro Mazzola e Marco Pacchelli, di cui non si hanno notizie recenti nemmeno a livello di gossip politico.
Al centrodestra tarquiniese, insomma, dovremmo augurare un bel cenone di fine anno tutti assieme, da Battistoni alla Birindelli, dalla De Alessandris alla Camillucci, passando per Gambetti, Trippanera, Diletta e chi più ne ha più ne metta. A patto che i botti di Capodanno non siano, però, quelli delle sedie!
In chiusura, l’augurio lo rivolgo a L’extra, ed è quello di un anno di crescita e successo ancor più grandi di quelli del 2011: magari emulando una omonima testata del passato che, come vedete dall’immagine in alto, finì tra le scanzonate mani di un promettente chitarrista made in UK.