#parliamone, il forum virtuale de lextra.news per parlare di Tarquinia, dei suoi problemi, delle opportunità e delle idee, incontra prima dell’avvio ufficiale della campagna elettorale i candidati sindaci che ambiscono ad amministrare la città per i prossimi anni. Senza toccare i temi delle alleanze o delle polemiche, delle chiacchierate che raccontano i personaggi e le idee.
(s.t.) “Quando la guardo dall’alto, volandoci sopra, Tarquinia si trasforma, e si vedono bene sia le cose belle che quelle brutte, dalla zona artigianale, costruita nel posto sbagliato al momento sbagliato, ai palazzoni del Lido. Dall’elicottero ti rendi contemporaneamente conto di ciò che gli antenati sono riusciti a fare e di come negli ultimi cinquanta anni abbiamo provato a distruggerlo”. Sandro Giulivi si appresta alla sua terza corsa verso la fascia da sindaco di Tarquinia, ma il clima da campagna elettorale è ancora sufficientemente quieto da consentire una chiacchierata che spazia dalla storia personale alle sensazioni sulla città in cui vive e che vorrebbe amministrare.
Partendo, appunto, dal percorso professionale. “Ho iniziato con gli elicotteri circa 40 anni fa: – racconta – a 22/23 anni ho preso il brevetto ed ho cominciato come pilota in varie società italiane. Alla fine, e siamo a trent’anni fa, assieme ad un gruppo di amici abbiamo deciso di acquistare un elicottero, da utilizzare per lo spargimento di sostanze o lo scatto di foto, e fondare la società. Oggi abbiamo 24 elicotteri e contratti in Italia e all’estero, ma la mia prima attività è stata da pilota, e la passione per il volo resta sempre quella principale”.
“Da imprenditore ho sempre cercato di dare importanza alla parte umana: – continua Giulivi – e per questo la sede principale è sempre rimasta Tarquinia, dove cerchiamo di fare in modo che più ragazzi possano trovare un lavoro che gli piace, indirizzandoli e formandoli in un ambito professionale in cui è più immediato trovare occupazione. Per questo mi piacerebbe che Tarquinia possa ospitare un istituto tecnico aeronautico: in fondo la tradizione storica c’è, con la città che era sede di un aeroporto e della prima scuola paracadutistica d’Italia”.
Il problema della formazione dei giovani porta diritto al primo tema più programmatico della chiacchierata, toccando quello che per Giulivi è il tasto dolente di Tarquinia. “Il lavoro è il primo problema di questo paese: – afferma – e lo trovo del tutto normale, per come ora è impostato il sistema di formazione e preparazione. I giovani con più coraggio vanno fuori, magari anche fuori dall’Italia: invece dobbiamo fare in modo che Tarquinia abbia un tessuto lavorativo formato e variegato. Non possiamo continuare a produrre geometri, ragionieri o, se laureati, avvocati: per l’offerta che c’è, ora è una scelta quasi obbligata. Iniziamo a riscoprire lavori che sostengono il tessuto economico delle famiglie, a partire dall’artigianato; torniamo a capire cosa vogliono fare i giovani nella vita, anche quelli che non vogliono intraprendere una carriera di studio; senza, naturalmente, tarpare le ali a chi vuole andare via: vedere altre realtà aiuta ad avere una visione globale, e non possiamo fossilizzarci su Tarquinia”.
E da dove partirebbe Sandro Giulivi per provare a risolvere i problemi di questa città? “La bacchetta magica non ce l’ha nessuno, per cui non è proprio il momento di promettere progetti faraonici solo per ottenere voti. – risponde – Qui serve di riattivare l’economia di un paese, consapevoli che ci vorranno anni per ricostruire un tessuto: e bisogna farlo intervenendo su turismo ed agricoltura, capire come rilanciarli, perché è da lì che, a Tarquinia, si può poi muovere tutto. In fondo, è anche semplice farlo, considerando le tante risorse territoriali a disposizione: basta solo capire cosa si vuole fare. E lo dico al di fuori della politica: chiunque siano vincitori o sconfitti, bisogna lavorare tutti assieme per questo obiettivo, e non smontare cose funzionali per la città solo per faziosità politica”.
Ma al di là delle linee guida, quali gli strumenti pratici – anche immediati – da cui ripartire?
“Intanto, come dicevamo prima, va riprogrammata l’offerta formativa a livello scolastico per i giovani, – le soluzioni di Giulivi – aprendola di più alla formazione per far capire loro come funziona il lavoro e indirizzarli nello scegliere una professione. Poi, bisogna capire con certezza quante persone, giovani e meno giovani, a Tarquinia, non hanno lavoro e agire su questo fronte, per fare in modo di ridare dignità tramite l’occupazione a chi ora è in difficoltà: il lavoro deve tornare ad essere un diritto, non un favore”.
L’ultima battuta è sul ruolo di imprenditore: quanta difficoltà c’è, oggi, nell’avviare o gestire un’azienda a Tarquinia? “Fare l’imprenditore è, ogni anno, più difficile, non solo a Tarquinia e non solo nel mio campo; sia che si parli di grande, piccola o media impresa, avere persone che, ogni mese, contano su di te è una responsabilità che pesa, anche a livello mentale: sai che ogni piccolo errore può fare danni alla vita delle persone che lavorano con te. Il tutto, con un socio di maggioranza che è lo Stato. Per questo dalle istituzioni, Comune compreso, dobbiamo aspettarci almeno servizi efficienti: e oggi, il nostro Comune, a mio avviso efficiente non è”.
Un’ultima battuta è sulla difesa del territorio. “Credo sia ora di smetterla di riversare su questo territorio scelte imposte – conclude Giulivi – penso Tarquinia e il comprensorio abbiano già dato. Per cui, innanzitutto, serve di discutere di Trasversale: è un’opera importante, ma va condivisa con il territorio e non deve impattare sulla valle del Mignone. Poi il Marta: tutti ci scaricano, il fiume diventa una fogna e l’unico danno lo paga Tarquinia. Da sindaco, farei subito causa a tutti i comuni che sversano sul Marta”