(s.t.) L’annuncio di soli assessori tecnici ed esterni, la probabile, mancata chiusura dell’accordo con Renato Bacciardi e una chiara definizione delle priorità, tra cui evidentemente non rientreranno il teatro e San Giorgio. La conferenza stampa in cui Sandro Giulivi presenta il progetto politico e le liste a sostegno diventa una variegata chiacchierata con la stampa, da cui escono tanti spunti, alcuni politicamente salienti.
“A livello di candidati, vorrei una campagna elettorale sui progetti e le persone, e non una fatta parlando male degli altri, altrimenti torniamo alla preistoria. – l’esordio di Giulivi, che fa l’in bocca al lupo ai rivali ed i ringraziamenti alla stampa – Il futuro di questa città passa da tante persone, dai candidati, dai cittadini: io dico, parliamo di progetti e futuro, non di guerre personali. Da me non sentirete una sola parola contro qualsiasi mio avversario: si può criticare l’aspetto politico, non quello personale”.
Poi, da parte del candidato, l’annuncio delle due liste civiche che accompagneranno, in campagna elettorale e al voto, quella della Lega: Noi con Tarquinia e Futura. “Abbiamo scelto questa strada perché ci sono molte persone della società civile, del tessuto sociale che non sono propriamente legate alla Lega, ma che vogliono condividere un progetto comune, ognuno con il suo percorso”.
Presto – “entro quindici, venti giorni” – una conferenza stampa presentando le liste candidati, anche se ancora non sono stati definiti i referenti delle altre due liste. Di certo, chiarisce Giulivi, “sono aperte a tutti i cittadini di buona volontà, ma sono tre e tre resteranno. E saranno fatte da persone che sappiano amministrare, giovani, donne; è ora di favorire un ricambio: non si può pensare che continuino ad essere persone della mia età a portare avanti questo paese. L’età media dei candidati è troppo alta, un sindaco dovrebbe avere quarant’anni massimo.” “A tal proposito – risponde ad una battuta – è una buona scelta quella di Andreani come candidato”.
“Chi sarà in lista non sarà in giunta? – risponde ad una domanda della stampa – Sì, penso ad assessori esterni: la giunta deve avere un ruolo esecutivo e non deve creare problemi politici. Per cui gli assessori saranno esterni e tutti tecnici. La politica si fa in consiglio comunale, che va riportato alla sua importanza: il resto lo fa il tecnico, poi sarà la politica a stabilire se il lavoro che la giunta sta svolgendo è buono o se gli assessori vanno cambiati”. Inevitabile che il discorso cada su Renato Bacciardi, presente ad inizio conferenza stampa fuori dalla sede. “Al momento non è nelle nostre liste, poi se mi dà il voto ne sono felice”.
La chiacchierata passa, poi, su temi più programmatici: “La città deve essere un tessuto comune con i cittadini: oggi non così. – spiega Giulivi – Il primo passo dovrà essere, perciò, quello di riportarla a misura d’uomo e riqualificarla. E la priorità assoluta sarà il lavoro, problema ancora troppo comune: dobbiamo ricostruire un tessuto lavorativo importante e fare in modo che lavorare nella propria città torni ad essere un diritto per i giovani, anche ripensando ad una riorganizzazione delle scuole e della formazione. Perché anche il lavoro più semplice è importante, e lo dico pensando alle tanti attività artigianali che hanno fatto la storia di questo paese”.
Il tema delle priorità tocca, quindi, due punti focali della storia recente tarquiniese, San Giorgio e il teatro. “San Giorgio oggi è un problema di carattere sociale – esordisce sul tema – e vanno tutelate le famiglie che non hanno altre case. Di certo non è attuabile la legge 28/80, e di certo San Giorgio è uno, ma non il primo, dei problemi da risolvere. Non rientra per me tra le priorità vere di questa città: è un posto per andare in vacanza, non per lavorare. Prima il lavoro, poi San Giorgio”.
E sul teatro: “Così come è non serve a niente: deve diventare una sala multifunzionale per convegni e congressi, sennò non sarà sostenibile. Oggi non porta lavoro: la cultura la si fa riprendendo in mano il Premio Cardarelli, Matta, la storia che abbiamo a Tarquinia. Il teatro da solo non porta cultura. È un tema importante, ma prima vengono altre cose”. Poi, con toni più accesi, ribadisce: “Prima permettiamo alla gente di mangiare, poi penserò al teatro: se pensate sia una priorità, non mi votate. Lo ribadisco, tra le mie priorità non ci sono né San Giorgio, né il teatro: se chi vota non è d’accordo su questi temi, non voglio il voto, in fondo è questa la libertà di scelta nell’urna, no?”.
Poi passaggi sull’ospedale – “fa parte della struttura del paese ed è fondamentale. Molte scelte sul tema le subiamo, ma non dobbiamo stare zitti e buoni: va difeso e riqualificato, partendo dal pronto soccorso, in Regione i soldi ci sono” –, sulla trasversale – “la smettano di imporci le cose, vanno condivise su un tavolo comune. Se Viterbo la vuole, la facciano passare a Viterbo. Se non passa sulla valle del Mignone possiamo discuterne: hanno costruito un’autostrada sul Aurelia, perché non costruiscono la trasversale sul Aurelia bis?” – e sul cimitero – “già trovata l’area su cui realizzarne uno nuovo”.
Infine una serie di battute. “La tassa di soggiorno? Va data ai turisti che vengono, come incentivo: altro che tassa. Cosa penso dei tecnici comunali? Devono essere funzionali ai cittadini: chi non lavora, viene retrocesso. Salvini a proposito ci fa un gran regalo, la quota 100”.
“Se avrò più dialogo con i cittadini – risponde ad un’altra domanda – I cittadini dialogheranno con me tramite le opere che farò. L’Università Agraria? Da chiudere prima che si facciano altri danni e si perda il patrimonio dei cittadini. Va fatto un referendum consultivo per capire cosa ne pensano i cittadini e poi, eventualmente, chiesta una legge regionale per inglobare tutto al comune, con un assessorato apposito che possa accedere anche ai fondi comunitari”.
L’ultima battuta è su quanto affermato, nei giorni scorsi, da Moscherini: “Ha definito me, Bacciardi e Mazzola il trio monnezza? Moscherini è un grande”.