Riceviamo e pubblichiamo
Dieci partners internazionali di cui il comune di Tarquinia è stato capofila, cinque anni di ricerche, una mostra itinerante che ha viaggiato in Svezia, Spagna, Slovenia, Italia e Germania, concerti e performance, il progetto EMAP, vincitore del Culture Programme 2013 della Comunità Europea, presenta i suoi risultati, rompendo così il silenzio che negli studi archeologici ha sempre avvolto la musica, il suo ruolo sociale e artistico, la sorprendente rete di contatti e di scambi che il “fare musica” ha generato tra Greci, Etruschi, Romani, Celti e altre popolazioni del Nord Europa.
Un silenzio inspiegabile, a fronte di testimonianze originali, a carattere musicale e in forma “scritta”, provenienti soprattutto dal mondo greco. E a una gran quantità di evidenze iconografiche e materiali restituite dai siti archeologici di tutta Europa. Da qui, da queste fonti e dai reperti di alcuni dei più importanti strumenti diffusi nel mondo antico, è partito il team internazionale di archeologi, musicisti, artisti e artigiani-scienziati creato dall’EMAP, allo scopo di ottenere le repliche di alto livello che oggi ci consentono di apprezzare forma, foggia e finalmente anche il suono esatto, la “voce” con cui i musicisti parlavano ai loro contemporanei.
A ri-suonare in tutta la loro complessità, il mostruoso carnyx delle armate celtiche e il lituus, la tromba etrusca amata anche dai Romani; il corno Loughnashade un tempo diffuso in Irlanda e le trombe celtiberiche in terracotta di Numanzia; gli auloi greci noti a Roma come tibiae, il cornu di Pompei, l’organo hydraulis alessandrino. Oltre a un campionario di dispositivi sonori che testimoniano l’ingegno musicale dell’uomo europeo fin da tempi remoti, ben prima che la presunta “storia della musica” avesse inizio.
L’EMAP è un viaggio nel tempo e nello spazio che parte dal Paleolitico Superiore (circa 40 mila anni prima di Cristo) e culmina nell’era delle civiltà classiche del Mediterraneo, del Centro e del Nord dell’Europa. In bilico tra archeologia e arte, scienza e creatività, con un approccio che sfrutta le nuove tecnologie disponibili e allo stesso tempo si affida alla maestria manuale degli artigiani specializzati. E’ un percorso tipo che parte dalle analisi di laboratorio sul reperto archeologico, fondamentali per svelare i misteri legati alla composizione del metallo e alle tecniche di lavorazione impiegate, prosegue con la progettazione-ricostruzione e infine sfocia nel talento di musicisti istrionici e rigorosi come John Kenny, che è stato il primo a risuonare un carnyx dopo oltre duemila anni.
Questo straordinario viaggio nell’archeologia della musica sarà presentato il 23 febbraio alle ore 17.30, presso la Società Tarquiniense d’Arte e Storia. Con un vasto repertorio d’immagini, suoni e video, la storia dell’EMAP sarà raccontata dal direttore artistico del progetto, Emiliano Li Castro, e dal project manager, Luca Gufi.
Interverrà Angelo Centini, Presidente dell’Associazione Culturale La Lestra.