Riceviamo e pubblichiamo
Per dare un contributo propositivo su San Giorgio, nel 2018 siamo stati presenti come opposizione a vari incontri convocati in Comune. La linea del M5S si basa sulla perequazione urbanistica e l’obiettivo è risanare le zone degradate di San Giorgio e salvare più suolo agricolo possibile.
Sgarbatamente contrario alla nostra proposta è Piero Rosati, piddino transfugo, che per tanti anni ha sostenuto Mazzola, “divoratore” di suolo agricolo. I due sono co-eredi immeritati del vecchio PCI di Tarquinia, che a fine anni ’80 promosse la lodevole campagna “SALVIAMO SAN GIORGIO DAL CEMENTO!”. Il “fu piddino” ha scelto di offendere noi per difendere l’operato del Commissario, che indefesso porta avanti la “strategia”, già di Mazzola, di urbanizzare i 170 ettari del comprensorio in questione, in nome di una dovuta azione amministrativa, dimenticando che il mercato immobiliare è in agonia.
La nostra proposta di perequazione urbanistica è operazione complessa e complicata, ma risolutiva. Di seguito alcuni presupposti:
1- Urbanizzare è tanto più costoso quanto più il comprensorio è estensivo (poche case e tante infrastrutture); con l’attuale estensione è poco probabile che i privati lottizzanti rientrino delle spese di urbanizzazione vendendo i lotti, perché il mercato non chiede più seconde case, che un tempo davano guadagni sicuri. I grandi lottizzanti di San Giorgio, con piani attuativi già approvati, non hanno ancora sottoscritto le convenzioni con il Comune e per ora non hanno obblighi. Hanno però sondato il mercato senza trovare acquirenti.
2- Le casette condonate o condonabili in tutta San Giorgio sono alcune decine, ovvero una quantità risibile rispetto alle potenziali migliaia di unità abitative edificabili in base al piano regolatore.
3- Vi è un grande interesse da parte di chi possiede un solo lotto o un’intera lottizzazione, che i costi di urbanizzazione si riducano drasticamente.
4- Il Comune di Tarquinia deve poter pianificare a piacere la nuova città di San Giorgio e deve essere chiaro che di questo si tratta: una nuova città di estensione raffrontabile con il capoluogo e il Comune deve agire incurante del frazionamento fondiario che gli speculatori della prima ora attuarono per vendere poi oltre 1.500 particelle.
5- Vi sono vari vincoli ambientali che rendono inedificabili ampie porzioni di San Giorgio e questo aiuta ad adottare il metodo perequativo.
6- E’ in arrivo una legge per contrastare il consumo di suolo.
7- I proprietari di casette condonate o condonabili, al pari di quanti non hanno costruito o di quelli costretti a demolire hanno interesse ad avere un insediamento di qualità che mantenga i valori immobiliari.
L’elenco non è esaustivo, però fa capire che l’alternativa alla perequazione è quella del Commissario, che segue quella del PD e dei suoi transfughi: urbanizzare tutto, confezionando un ecomostro fatto di strade, marciapiedi, impianti sotterranei, lampioni, qualche muretto e qualche casa qua e là, perché è certo che verrà edificato poco e a macchia di leopardo, compromettendo però 170 ettari di suolo agricolo, che diverrà un onere per la collettività di Tarquinia quando dovrà provvedere alle manutenzioni.
L’ottimizzazione dei risultati ottenibili con l’urbanistica perequativa prevede il coinvolgimento dei proprietari che hanno già condonato o possono condonare, con la loro disponibilità a demolire e ricostruire con costi a carico dei rispettivi consorzi. L’obiettivo è ridurre almeno della metà la superficie urbanizzata e lì concentrare tutta la cubatura, calcolata con un indice ridotto, puntando a realizzare un moderno insediamento turistico.
Per ora il Commissario sta “materializzando” un ecomostro che divorerà suolo, e noi ce la metteremo tutta per contrastarlo, così come contrastiamo l’inapplicabile LR 28/80 con cui i vecchi marpioni stanno abbindolando per l’ennesima volta lottisti e consorzi.
Movimento 5 Stelle Tarquinia