La personale sfida di questi ragazzi, il loro Sogno Più Grande, si chiama Vittoria. Arrivare primi in un campionato difficile come quello regionale, per poi cimentarsi nell’Elite, che è la serie A delle giovanili, è prospettiva che fa tremare i polsi per tanti motivi.
Se ragioniamo sugli juniores, su quanto hanno fatto finora, sulla loro età, allontanandoci un attimo dalla bruta logica sportiva, allora ci ricordiamo che hanno in media 17 anni.
Un attimo fuggente, bello e difficile. Orientarsi verso il futuro correndo a perdifiato fra un mare di incertezze e di pulsioni nuove, vivere l’amicizia e lo sport saltando gli ostacoli della scuola, degli impegni con la famiglia, dei conti che si debbono fare con se stessi per guadagnarsi il diritto di diventare adulti. Continuare a crescere, pur essendo considerati già uomini, lottare contro il bambino che è dentro di se, pur non rinnegando il valore d’essere bambini.
E poi il campo, gli allenamenti, gli avversari; tre partite ancora da vincere: due in casa rispettivamente contro il Tolfa, sabato 30 aprile, e La Quercia 88, il sabato successivo. Volata finale il 14 maggio, sul difficile campo della Foglianese. E tutti a chiedersi se vinceranno o se la Civitavecchiese, distante un punticino, troverà la forza di passare. E’ importante; conta quel punticino, ma non vale la verità.
La verità è che questi ragazzi, con le loro facce sporche di terra e i loro sogni puliti, hanno già vinto. Hanno saputo conquistare fino all’ultima goccia tutto il rispetto che potevamo provare per loro e noi l’abbiamo urlato sui campi di calcio e ci hanno ripagato alla grande, dandoci forza, fiducia, voglia di vivere e andare avanti.
Se vinceranno, se quel punticino dovesse bastare, noi dobbiamo esserne felici, ma non per noi stessi. Per loro. Solo per loro.
“Il sogno è l’infinita ombra del Vero”
Giovanni Pascoli
Leo Abbate