Riceviamo e pubblichiamo una lettera da Sandro Vallesi
Caro Stefano, probabilmente voteremo il 10 febbraio. Ciò è un bene perché accorcia il commissariamento, ma all’improvviso restringe il tempo per parlare di Tarquinia. La Befana ci porterà nella calza il solito esercito di “immacolati”. Non è male che in tanti si candidino, è male che tanti siano usati per ingannare parenti e amici per portare voti a chi, il giorno dopo, si è già dimenticato di loro.
Mi basterebbe che a rappresentarci non fosse chi ha già dimostrato di non essere in grado di farlo. Sarebbe da stupidi di far segnare il campo da chi abbiamo visto che fa le righe storte. Ma non è per questo che ti scrivo. Ti propongo di aprire un Forum tra tutti i cittadini su quello che vorrebbero che fosse fatto, prima dei regali di Natale dei soliti candidati.
Se permetti comincio io. In primo luogo un nuovo Statuto Comunale. Serve a riunire la Comunità, a riaccendere la voglia di partecipare, a limitare il potere, a dettare le regole del civismo cittadino. Quindi il risanamento del mare. La nostra ricchezza naturale non può essere valorizzata con la sabbia finta e gli ombrelloni colorati, ma con la qualità delle nostre acque marine e la pulizia delle nostre coste. Poi l’agricoltura. Leggete Luigi Dasti. Nelle conclusioni de “Notizie storiche archeologiche di Tarquinia”, sentenzia che la prima industria di Tarquinia è l’agricoltura: passeranno secoli ma questa terra nessuno potrà portarsela via. Non dobbiamo dire agli agricoltori cosa, come produrre e a chi vendere. Dobbiamo aiutarli a ridurre i costi di produzione che oggi si portano via il grosso dell’incasso. Ancora: riunifichiamo gli Enti di Tarquinia, non sotto un’unica direzione, ma insieme verso un unico obiettivo. Infine l’Ospedale: la Regione ci deve dire cosa vuol farne e poi noi dobbiamo decidere cosa vogliamo farne. Di sicuro non quello che è ora. Cinque punti, mi limito a questi. Poi ci vogliono le righe dritte, sennò non si può neanche cominciare a giocare perché ci ridono dietro.
Sandro Vallesi