Il mistero sulla morte di Gabriel Farkas, ad oltre una settimana dal ritrovamento del corpo nella campagne di Sant’Agostino, pare essere sempre più fitto.
Il lavoro d’investigazione non sembra, almeno all’apparenza, procedere con speditezza e, anzi, alcune indiscrezioni fanno pensare a difficoltà ulteriori in un caso giorno dopo giorno più complesso.
Pare, ad esempio, che nei giorni scorsi sia stato effettuato l’esame del dna sui familiari del giovane romeno, per fugare i dubbi sull’identità del cadavere: chiaro sintomo della necessità di un’ulteriore conferma sul fatto che il corpo – ritrovato in stato d’avanzata decomposizione e, quindi, non riconoscibile – appartenga effettivamente al metalmeccanico trentaduenne.
Ed a questo dubbio, si aggiungono quesiti e domande ulteriori, ad infittire quello che ormai è un vero e proprio giallo: perché, nonostante Farkas fosse scomparso da parecchi giorni, nessuno ne aveva denunciato la scomparsa? I famigliari spiegano che il ragazzo aveva trovato un nuovo lavoro a Venezia, e che quindi non temevano fosse scomparso, ma semplicemente trasferitosi.
E poi l’auto dallo sfasciacarrozze, la scomparsa del cellulare ed altri elementi a rendere il caso davvero complesso.
Agli inquirenti, non resta che ripartire dalle certezze, legato per lo più all’esame autoptico: a causare la morte del ragazzo dovrebbe esser stato lo strangolamento con una corda, e il decesso dovrebbe essere avvenuto il 24 settembre, venti giorni prima del ritrovamento. Si lavora, quindi, su queste basi.
Mentre c’è curiosità per scoprire se e come possa essere di rilievo, nella vicenda, il ritrovamento di una bottiglia con dentro una banconota da 5 euro con sopra una scritta – in lingua non italiana – sulla spiaggia di Montalto. Consegnato ad una testata giornalistica castrense, l’oggetto è stato ora sequestrato dai Carabinieri per verificare se possa trattarti di un indizio collegato al caso Farkas.