(s.t.) “L’assemblea del prossimo 11 ottobre presso la sala della biblioteca, a Tarquinia, può per noi essere o un punto di arrivo, se c’è poca partecipazione, o uno di partenza, perché se invece vediamo il coinvolgimento di tanta gente si partirà con la costruzione di un programma e di una classe dirigente”. A parlare a nome di areaSx è Piero Rosati, che lancia l’appuntamento della settimana prossima e spiega il progetto portato avanti anche da chi gli è al fianco. “La responsabilità che vogliamo prenderci è chiara: – continua – capire se la sinistra ha ancora un significato, capire se i cittadini sentono la necessità di una forza con questi ideali. Ecco, noi siamo un gruppo di cittadini che ha deciso di prendersi la responsabilità di costruire un contenitore, quello che conosciamo come areaSx, attraverso il quale provare a dar vita ad un campo politico, anche a livello cittadino. Crediamo sia indispensabile che la sinistra possa costituire una forza politica preparata per questa città, soprattutto dopo quanto accaduto all’Università Agraria, alle cui elezioni non era presenta alcuna lista di sinistra”.
Due, secondo Rosati, le direttrici che dovranno guidare questo lavoro: “La difesa e la valorizzazione del territorio: – chiarisce – dobbiamo evitare altri sfregi come è stata ad esempio l’autostrada, e pensare ad un progetto di sviluppo per la città che passi dalla vocazione turistica, e non dalle speculazioni”. Provando a capire già dall’11 ottobre se e quali margini di lavoro possano esserci. “Con una premessa doverosa: – le parole di Rosati – chi ha partecipato alla stesura del progetto di areasx, in questi mesi, non sarà candidato alle elezioni”.
Ma quali le cause di questo disamore generalizzato per la sinistra in Italia. Da areaSx pare non esserci dubbio: “Va fatta una critica forte al partito che ha rappresentato la sinistra in questi anni, il PD, con politiche traditrici, a partire dal Jobs Act, che ha portato a conseguenze ad ogni livello, come la recente esperienza di Mondo Convenienza dimostra”. Pare di capire, insomma, che i margini di alleanza col Partito Democratico siano ridotti, anche se l’avvento della Lega pare richiedere al centrosinistra uno sforzo unitario per essere competitivo. “Col PD ci siamo già incontrati – spiega Rosati – e potranno esserci altri incontri. ma oggi serve di capire se ci sono momenti di unità dal punto di vista dei programmi, delle idee: siamo aperti al dialogo con tutti, quindi anche con il PD, ma su cose concrete”. Più chiaro, in tal senso, Roberto Sacconi, che al PD gira lo stesso consiglio che al partito ha fatto Maurizio Martina: “Cambiare idee e persone”.
Immediata, a quel punto, la punzecchiata della stampa: “Quindi, ad esempio, niente Celli?”. “Perché, è già candidato? – chiede allora Rosati – Certo che la presenza di un candidato già designato può essere un ostacolo, un aspetto lacerante per un dialogo. Credo, però, che un partito come il PD che non ha alleanze e le cerca, non sia nella posizione per dettare condizioni e presentarsi con un candidato già pronto”.
Chiusura affidata a domande tra passato e presente. “Il giudizio sull’amministrazione Mencarini? Sarebbe stato un non classificato, perchè è durata poco ed ha fatto praticamente nulla. Ma gli indirizzi dettati su alcuni aspetti, dal tentativo di applicazione della 28/80 a San Giorgio a quello di vendita della cartiera, spingono più verso un tre”. Perché, su San Giorgio, l’opinione di areaSx resta chiara: “L’applicazione della 28/80 non era possibile – le parole dell’architetto Sacconi – e non è servito a nulla parlarne se non per illudere le persone che nell’area hanno ricevuto le ordinanze di demolizione. Peraltro quella legge finirà presto abrogata da Zingaretti, con la nuova legge urbanistica”. “San Giorgio ha bisogno che la si smetta di applicare sempre il solito schema della politica – chiosa Rosati sul tema – per cui in campagna elettorale si fanno promesse, poi mai mantenute, per accaparrarsi voti”.
Infine un commento sul ritorno in politica di Sandro Giulivi. “Sandro è un amico – esordisce Rosati – che rispetto ed a cui faccio i più sentiti auguri. I suoi cinque anni da sindaco furono caratterizzati da tanta buona volontà, ma anche dalla voracità e dai personalismi di una destra in eterno conflitto interno che ha, così, reso impossibile il lavoro anche a Mencarini. Allora si candidò con Forza Italia, ora passa alla Lega: si prova a salire sul carro vincente, ma Tarquinia non ha bisogno di questo e, anzi, politicamente può essere un danno per il paese”.