di Stefano Tienforti
Alla fine, insomma, a trionfare su tutto il fronte dopo le elezioni al Consorzio di Bonifica della Maremma Etrusca è Francesco Battistoni, quarantaquattrenne politico originario di Montefiascone e, attualmente, presidente della Commissione Agricoltura della Regione Lazio.
Eh già, perché il 9 a 0 di cui si vantano gli esponenti tarquiniesi del centro sinistra – Repubblicani compresi, lo specifico perché la loro attribuzione a quell’ala politica non è così scontata – sorvola, nella realtà, su una sacrosanta verità: la sconfitta patita, nell’elezione dei rappresentanti dei Comuni serviti dal Consorzio, dalla candidata tarquiniese Sara Torresi – esponente dello stesso Pri sostenuta dall’amministrazione comunale per intero – rende infatti il risultato finale un 9 a 1, comunque soddisfacente.
Ma c’è chi, stando a quanto si dice nel sottobosco politico, sarebbe riuscito nell’impresa – per lui non ufficialmente celebrabile, se non privatamente sotto i baffi e sopra il pizzetto – di fare il super cappotto: 10 a 0. E l’autore sarebbe proprio il Battistoni, che tra un dispetto politico e l’altro sarebbe riuscito, almeno a Tarquinia, a togliersi di dosso l’etichetto di sconfitto di lusso appiccicatasi sulla sua schiena quando perse, contro Mazzoli, una corsa alla Presidenza della Provincia che sembrava impossibile da fallire.
Vi state chiedendo come potrebbe, un esponente di spicco del PdL, esser soddisfatto di un responso così nettamente a favore della fazione opposta, tanto da meritare comunicati con toni trionfalistici da parte del Comune e dell’Università Agraria di Tarquinia? Presto detto.
Intanto, è facile sospettare che ci sia la figura di Battistoni dietro il rumoroso sgarbo che, proprio nella sala consigliare del Comune di Tarquinia, ha fatto infuriare il sindaco Mazzola e i suoi collaboratori: la già citata elezione, a danno dalla candidata tarquiniese, di Costantino Costantini, assessore del Comune di Canino, a cui lo stesso Onorevole non ha tardato ad inviare le congratulazioni a mezzo stampa.
Per quanto riguarda la sonora sconfitta tarquiniese dei candidati vicini al centro destra, il discorso scende nella dietrologia e, ancor di più, nelle voci di corridoio, nelle vendette politiche e nei movimenti sottobanco. Tutte cose, quindi, da prendere col beneficio d’inventario, ma che aiuterebbero a spiegare in parte anche la non celata rabbia e delusione degli esponenti pidiellini tarquiniesi fuori dal seggio del Consorzio.
Secondo alcuni, infatti, lo stesso Battistoni che bazzica non di rado Tarquinia non avrebbe eccessiva simpatia per il leader in pectore dello schieramento di centro destra nella recente tornata elettorale: quel Gianfederico Angelotti reo, dicono alcuni, d’esser stato più vicino – anche in termini di tesseramento – a Giulio Marini, altro esponente del PdL che sta vivendo, proprio con Battistoni, una faida politica più o meno fratricida.
Conferme di queste teorie di fantapolitica non se ne potranno, è chiaro, mai avere; e certo Battistoni nell’occasione non diramerà alcun dispaccio di congratulazioni. Se qualcosa è confermato, però, dal risultato elettorale – e sfido sin da ora chiunque a parlare di competizione apolitica – è che a Tarquinia il Popolo delle Libertà è ai minimi storici: se non di consensi, quantomeno d’immagine.
Una sconfitta su tutto il fronte, il rancore per la netta sensazione di tradimenti politici, la seconda pesante débacle consecutiva – dopo l’Università Agraria – su consultazioni che interessano in maniera forte in comparto agricolo: anche se in molti cercano e cercheranno di scaricare tutto il barile sulla schiena di Angelotti, è evidente che è l’intera struttura di partito che annaspa. Il che, per Mazzola ed il centro sinistra, è una constatazione che vale più dei nove consiglieri ottenuti.
Anche perché è opinione diffusa, e non solo tra gli sconfitti, che a portar acqua al mulino del sindaco siano stati anche insospettabili personaggi: alcuni direttamente di marca PdL – c’è chi vocifera di ritorni in campo, nell’occasione, anche di desaparecidos della vecchia giunta Giulivi – altri da ricercare tra quelli attualmente considerati tra i più accesi rivali del primo cittadino.
Perché, in fondo, pensando al 2012 ed alla possibilità di un ballottaggio elettorale, si aprono molti possibili scenari, e non è detto che – nel tentativo di salvare la faccia e, allo stesso tempo, tenere in piedi l’idea di un posto in maggioranza – alcuni non pensino ad un accordo già legato al secondo turno, quando meno d’impatto risulterebbe essere d’appoggio a Mazzola.
Ad ogni modo, i prossimi venti saranno giorni importanti e febbrili in termini d’incontri, idee e valutazioni. Poi il clima natalizio rallenterà un po’ le cose, sinché – a gennaio – non partirà la corsa vera verso le elezioni di primavera. Per le decisioni, quelle finali, ci sarà da attendere sino ad aprile o maggio; per capirle davvero bene, invece, bisognerà aspettare il risultato elettorale e, soprattutto, le smorfie sulle facce dei protagonisti, vere, uniche, fedeli rappresentazione di delusione o soddisfazione politica.
Nel frattempo, chi deve correre è il PdL: se non si sbrigano a comprare un decoder che renda visibili gli obbiettivi di partito, dopo lo switch off del Consorzio di Bonifica nel futuro di compagine potranno continuare a vedere solo un imperscrutabile nebbione.