Tosoni: “Arsenico: il Comune prenda i provvedimenti deliberati”

Riceviamo e pubblichiamo

La mozione approvata il 17 Febbraio è stata presentata dal sottoscritto, sotto la spinta dei MEDICI ISDE, che chiedevano il rispetto delle misure urgenti da adottare in caso di presenza di Arsenico nelle acque destinate al consumo umano.

L’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (I.A.R.C.) classifica l’Arsenico come elemento cancerogeno e lo pone in diretta correlazione con  molte patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute;l’esposizione ad Arsenico attraverso l’acqua destinata a consumo umano è stata associata anche al cancro del fegato e del colon;l’assunzione cronica di Arsenico è indicata da numerosissimi studi scientifici anche quale responsabile di patologie cardiovascolari, neurologiche e neuro comportamentali, il diabete di tipo 2, lesioni cutanee, disturbi respiratori, disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche.

Non si capisce perché i cittadini debbano elemosinare misure da adottare, vista la presenza di Arsenico, poco inferiore a 20 mcg/l, quando nella delibera si impegna il sindaco a prendere provvedimenti qualora si superi il limite di soli 10 mcg/l, ritenuto già pericoloso a quei livelli.

Nell’ordinanza n.8194  viene riportata la deroga, in scadenza a Dicembre 2011, che fissa il valore a 20 mcg/l, oltre il quale dovrebbero scattare i provvedimenti.

Nessuna deroga motiva, però l’immobilismo dell’amministrazione, rispetto ad un tema così grave, considerando che è un impegno assunto in consiglio comunale.

Se dopo il valore del 10 mcg/l la legge dispone la pericolosità dell’uso dell’acqua, le misure devono essere intraprese immediatamente, anche in caso di deroga, quindi vanno collocati i dearsenificatori e non piccole fontanelle, ma dei veri e propri filtri sull’acquedotto, perché non vanno tutelati solo coloro che possono andare a riempire i contenitori alle fontanelle mobili, ma dobbiamo pensare agli anziani e perché no, agli esercenti di pubblici esercizi a cui si vuole far pagare il prezzo della dearsenificazione.

A malincuore avrei voluto parlare di come dovevano essere spesi i soldi del carbone, certo è che in questi momenti dove la salute di 17000 abitanti è in pericolo, quei soldi di un accordo fatto sopra la tomba della lotta al carbone, fanno ancora più rabbrividire.

14500.000 euro sono finiti e anche più di prima possiamo dire, che non andavano accettati i soldi del carbone, visto che non hanno migliorato nulla, neanche l’acqua che beviamo, ma soprattutto perché non c’è prezzo che tenga, quando si tratta di salute e di economia di un territorio!

Gruppo consiliare autonomo
Per il bene di Tarquinia
Marco Tosoni