di Stefano Tienforti
Detto fatto: come promesso al lettore che ci aveva scritto in merito ed a tutti i fruitori de L’extra, siamo saliti in Comune a cercar risposte per le domande sollevate in merito al cantiere tra via delle Rose e la Circonvallazione Cardarelli.
A darcele abbiamo trovato l’assessore Anselmo Ranucci, che con la consueta verve ha chiarito anche a noi come la sosta ai lavori – quella su cui il nostro lettore chiedeva chiarimenti – dipendesse dalla necessità di un nulla osta dalla Soprintendenza: la stessa spiegazione già presente in un comunicato stampa inviato e pubblicato, come già raccontato qui, da altre testate. “Ma il parere della Soprintendenza sull’opera – abbiamo quindi chiesto – non dovrebbe esserci già in sede d’approvazione e via dei lavori?”. Ranucci ci ha spiegato che il via libera atteso non riguardava l’opera “principale”, ma i due successivi stralci con cui si sta provvedendo a mettere in sicurezza, con marciapiedi ed altre opere, il tratto di discesa subito sottostante all’area oggetto del cantiere.
Ci siamo fatti portatori anche di altre questioni, per rispondere alle quali, con la necessaria precisione, l’assessore ci ha affidato al suo ufficio che, faldoni alla mano, ci ha spiegato con disponibilità e cortesia quanto segue. L’area oggetto dei lavori – una volta ultimati gli stessi – garantirà la disponibilità di 25 posti auto segnati a terra (l’assessore ha anticipato la possibilità di ulteriori quattro o cinque posti non delimitati, però, come gli altri, dall’apposita pavimentazione di differente colore), per una spesa complessiva di 221,728 euro.
A questa cifra debbono aggiungersi quelle relative ai due ulteriori stralci di cui si è parlato sopra, l’uno relativo alla realizzazione del marciapiede – per un ammontare di circa 17.000 euro – e l’altro che sta implicando non solo il prolungamento del passaggio pedonale, ma anche la messa in sicurezza e sistemazione della scarpata, la piantumazione della stessa ed opere di illuminazione, al costo complessivo di circa 45.000 euro.
Il totale, come si evince dalla semplice somma, si aggira attorno ai 283.000 euro. Tanto vi dovevamo.
Trovo giusto anche rendervi partecipi dell’altra parte di chiacchierata avuta con l’assessore, che ha di nuovo giustificato la scelta dell’amministrazione di non inviarci i comunicati stampa a causa della possibilità di commentare anonimamente concessa agli utenti del nostro portale. Tra una battuta e l’altra, è tornata a galla l’argomentazione secondo cui, dietro i nostri anonimi commentatori, potrebbe anche celarsi “Totò Riina” – le virgolette rappresentano la citazione testuale – riprendendo quindi lo spunto datoci dal sindaco in una lettera della primavera scorsa in cui ci accusava, tramite la nostra scelta di consentire commenti non sottoscritti, di alimentare possibili comportamenti mafiosi.
Mi chiedo e chiedo ai lettori, amministratori compresi, se sia più omertoso garantire – sotto la mia personale responsabilità, anche giuridica – l’anonimato ai commentatori de L’extra oppure evitare d’approfondire un’indagine interna per scoprire chi, a spese ed a rischio dei cittadini tarquiniesi e del sindaco in primis, utilizzava i computer comunali per postare opinioni su questo portale.
Ad ogni modo, ed al di là delle riflessioni eccessivamente filosofiche, con maggiore senso pratico ho scelto di collaborare con l’amministrazione, cercando per ciò per loro gli altri siti che ospitano notiziari locali e che consentono ai lettori di commentare in maniera rigorosamente anonima.
Bignotizie, apprezzato portale d’informazione civitavecchiese, Unonotizie, sito diretto dall’amico Sergio Cesarini, e Punto a capo Online, portale che tratta argomenti di carattere regionale, offrono tutti la possibilità di commento identica alla nostra, mentre l’arcinoto Tusciaweb ha addirittura una sezione denominata Forum Tarquinia.
Se i comportamenti e le dichiarazioni, al Comune di Tarquinia, seguono una logica, ci aspettiamo che, da domani, anche a queste testate venga esteso l’embargo mediatico, o che – in maniera ancora più brillantemente democratica – si interrompa quello imposto non tanto a noi, quanto ai nostri lettori. Altrimenti, dovremo cominciare a credere a chi – arrivando persino a beccarsi querele e condanne – accusa il sindaco Mazzola di incoerenza.