di G.E. Carretto
L’Ungheria è una nazione particolare in Europa. Pochi milioni di persone che parlano una lingua diversa da tutte le altre, senza collegamenti con esse. Eppure da non molto un linguista, Mario Alinei, che ha insegnato dal 1959 al 1987 all’università di Utrecht, ha pubblicato un libro nel quale si afferma che l’Ungherese è imparentato con la lingua degli Etruschi, ne sarebbe solo una forma più antica. E Alinei è un linguista esperto, autore della teoria della Continuità linguistica, nella quale si afferma una certa continuità nelle lingue dal paleolitico superiore.
Sembra quindi più che adatto presentare in Ungheria, a partire dal 19 settembre 2011 nell’Istituto italiano di cultura di Budapest, la mostra Terra Mare Aria, voluta da Mauro Mazzola, sindaco di Tarquinia, e da Angelo Centini, assessore alla cultura. A ideare la mostra è stata Monika Padanyi, ungherese che ha scelto Tarquinia per vivere e che si è sempre interessata ai rapporti fra la sua nuova città e il paese d’origine.
La mostra riprende i pannelli nei quali vengono illustratri gli scavi archeologici svolti nel territorio di Tarquinia, che si riferiscono al periodo etrusco, greco-romano e medievale, esposti nella sala grande della Biblioteca comunale fra il luglio e l’agosto 2010. Ma Monika, che ha già curato altre mostre a Tarquinia e a Budapest, ha voluto aggiungere a questi le opere di quattro artisti locali, Massimo Bordo, Paolo De Alexandris, Marco Ferri e Marco Vallesi, per dimostrare la continuità nell’opera degli artisti locali.
Gli Ungheresi che visiteranno questa mostra ne saranno sicuramente affascinati, portando così la conoscenza della nostra città in nuove aree, sviluppando i contatti fra le nostre nazioni. Fatto, quest’ultimo, estremamente importante per la nascita di un’Europa unita e del quale ringraziamo gli organizzatori.