Riceviamo e pubblichiamo
“Il valore e il senso di una comunità passa da tutte le sue componenti, laiche e religiose, architettoniche e strutturali, culturali e sociali.”
Il sindaco di Santa Fiora Federico Balocchi torna ad affrontare così il tema delle opere d’arte trasferite a Pitigliano e del rapporto tra comunità civile e diocesi.
“La condivisione dei sentimenti e delle risorse di un paese non può basarsi su un mero rapporto di potere o di rivendicazione di proprietà. Le opere d’arte sacra nascono in un luogo preciso, nel tempo ne diventano parte sia come espressione di bellezza che come oggetto di culto, spesso sono frutto di lasciti di famiglie o congregazioni alla parrocchia e non alla Diocesi. Negare questo collegamento profondo e giustificare l’espropriazione con un diritto di proprietà, è profondamente sbagliato, non è giusto.”
Da Santa Fiora, nel tempo, sono state trasferite al museo diocesano di Pitigliano, otto importanti testimonianze dell’arte italiana legate al culto e all’affetto della popolazione.
“Le affermazioni del Vescovo mi preoccupano. Ribadendo, infatti, il diritto di “fare quello che ritiene meglio” delle opere d’arte diffuse nei territori della sua Diocesi apre a un pericoloso principio estendibile a ogni Comune e, di fatto, afferma una sorte di extra territorialità delle parrocchie rispetto a Comuni e Enti Locali. In pratica la diocesi potrebbe in qualsiasi momento spogliare le chiese del territorio dai beni artistici e religiosi in esse contenuti, con grave pregiudizio non solo del patrimonio culturale delle comunità locali, ma anche dello sviluppo e della capacità di resilienza delle comunità stesse. ”
“In tutti questi anni il Comune di Santa Fiora, invece, ha sempre ritenuto essenziale il rapporto con le chiese del territorio, reputandole un luogo importante dal punto di vista sociale e artistico. Abbiamo contribuito alla loro vita. La Diocesi afferma di aver mantenuto le strutture attingendo soltanto a fondi propri, non è vero. Il Comune tra il 2014 e il 2015 ha sostenuto interventi per le Chiese di Santa Fiora per un importo di circa 26 mila euro. Lo abbiamo fatto e siamo pronti a rifarlo. Lo abbiamo fatto volentieri perché le chiese sono anche un patrimonio della comunità e la collaborazione fra Chiesa e Amministrazione è indispensabile.”
“Noi vorremmo che il rapporto con le nostre parrocchie si rafforzasse. È in tal senso che richiediamo con forza la ricollocazione a Santa Fiora delle opere d’arte oggi a Pitigliano e dichiariamo la volontà di accoglierle contribuendo alla musealizzazione e messa in sicurezza di Sant’Agostino. Il protocollo d’intesa stilato in passato con la parrocchia aveva questo intento, ma oggi è negato.”
“Territori e Diocesi hanno la necessità e il dovere – conclude Balocchi – di “ascoltarsi” e di cercare di comprendere ed essere parte di un insieme. La visione “utilitaristica” di una Chiesa che dai luoghi in cui è insediata preleva senza un rapporto “critico” con le comunità, è astorico. Il Comune rivendica quanto la propria comunità desidera fortemente: le opere d’arte devono tornare nelle Chiese di Santa Fiora. Negare, come afferma il Vescovo, questo desiderio, vuol dire rischiare di perdere una sintonia utile e produttiva ed essere protagonista di un atto ingiusto.”
La comunità di Santa Fiora, per discutere, esprimere la propria opinione e mobilitarsi, è invitata a partecipare a una adunanza pubblica convocata per mercoledì 6 settembre alle ore 18 nella sala del Popolo di Santa Fiora.